Tunisia, da Kasserine si estendono le proteste antigovernative

di Enrico Casale

proteste in tunisiaIn Tunisia siamo di fronte a una nuova Rivoluzione dei Gelsomini? È presto per dirlo. Ma gli scontri iniziati a Kasserine sabato scorso, non solo non si sono arrestati, ma si stanno diffondendo in tutto il Paese investendo altre città fino ad arrivare a Tunisi.

Gli incidenti, proprio come quelli che hanno dato vita alle Primavere arabe, sono iniziati con la morte di un ragazzo. Ridha Yahyaoui, ventotto anni, è morto fulminato durante un sit-in dopo essere salito su un pilone della corrente elettrica per protestare contro la cancellazione del suo nome dalla lista degli ammessi a un posto di lavoro presso il Dipartimento regionale dell’Istruzione.

La sua morte è stata la scintilla che ha acceso le proteste antigovernative. A oggi, il bilancio degli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine è grave. Oltre ai 19 feriti tra gli agenti di polizia, a Feriana un poliziotto di 25 anni è morto massacrato dai manifestanti dopo essere rimasto intrappolato nella sua auto.

Per cercare di placare le proteste, il Governo ha varato alcune misure destinate alla promozione dell’occupazione e lo sviluppo dell’area di Kasserine. Tra queste l’assunzione di 6.400 disoccupati, lo stanziamento di tre milioni di euro destinati al finanziamento di 500 progetti, la creazione di una commissione di inchiesta su presunti casi di funzionari corrotti, la concessione di terreni demaniali a privati, la creazione nella regione di nove società imprenditoriali con un capitale di 75.000 euro.

Questi provvedimenti non hanno però posto fine alle proteste. Gli scontri si sono allargati a tutta la Tunisia: tensioni si sono registrate a  Kasserine, nonostante l’entrata in vigore del coprifuoco, a Hidra, dove è stata data alle fiamme la sede delle dogane, a El Mazouna, dove i dimostranti hanno bloccato la linea ferroviaria che collega Sfax a Tozeur, e in molte altre città.

L’esecutivo è preoccupato per possibili infiltrazioni di jihadisti nelle proteste. Nella regione di Kasserine da tempo operano gruppi fondamentalisti che, secondo l’intelligence, potrebbero aver inviato propri uomini a fomentare la protesta e a provocare incidenti.

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