Tunisia: elezioni parlamentari, forte astensione e appelli alle dimissioni

di claudia
elezioni in tunisia

Un fortissimo tasso di astensione, di oltre il 90 per cento degli aventi diritto, ha caratterizzato sabato lo svolgimento delle elezioni parlamentari in Tunisia. Il leader della principale coalizione di opposizione, Ahmed Nejib Chebbi, ha invitato il presidente Kais Saied a “lasciare immediatamente le sue funzioni” dopo l’annuncio di un tasso di partecipazione di appena l’8,8% al primo turno. “È un grande disconoscimento popolare” del processo iniziato il 25 luglio 2021 quando il capo dello Stato Kais Saied aveva congelato il Parlamento e destituito il suo primo ministro, prendendo tutti i poteri, ha detto Chebbi, in un’intervista telefonica con l’agenzia France Presse.

Il movimento islamista Ennahda, che era in maggioranza prima dello scioglimento del Parlamento, ha chiesto di stoppare un processo elettorale definito “assurdo” e a cancellare il secondo turno delle elezioni.

Nell’annunciare un tasso di partecipazione dell’8,8 per cento alle ore 18.00 di sabato, il presidente dell’istanza superiore indipendente per le elezioni (Isie), Farouk Bouakser, ha addossato lo scaro risultato a una assenza di utilizzo delle risorse pubbliche da parte dei candidati e all’assenza “del denaro politico corrotto dall’estero”. Secondo Bouakser, ci sarà un secondo turno in più di cento collegi elettorali.

Per il politologo Hamadi Redissi, secondo il quotidiano francese Le Monde, l’affluenza estremamente bassa alle elezioni legislative “è inaspettata perché anche le previsioni più pessimistiche contavano sul 30%” come nel referendum sulla Costituzione. “È una sconfessione personale per il signor Saied che ha deciso tutto, tutto da solo”, ha aggiunto l’esperto, ritenendo che “la sua legittimità è in discussione”. Tuttavia, secondo questo esperto, “la situazione è bloccata”, perché “non esiste alcun meccanismo legale per rimuovere il presidente” nella nuova Costituzione del 2022.

Il nuovo Parlamento – che si formerà solo dopo un secondo turno entro i primi di marzo – non ha questo potere e può, nella migliore delle ipotesi, censurare il governo, ma solo dopo un iter lungo e complesso. Anche l’opposizione “è debole e divisa” tra il campo laico e progressista da un lato, e la coalizione attorno a Ennahdha dall’altro, ha sottolineato Redissi.

Dopo l’instaurazione dello stato d’eccezione, lo scioglimento del Parlamento, denunciato per mesi come “colpo di Stato” dall’opposizione, il presidente Saied ha fatto adottare quest’estate tramite referendum una Costituzione che riduce notevolmente le prerogative del Parlamento. Ha anche riformato il sistema di voto utilizzato sabato per le elezioni legislative, vietando qualsiasi appartenenza politica ai candidati, la maggior parte dei quali sconosciuti, il che, per gli esperti, ha contribuito a ridurre la partecipazione.

La maggior parte dei partiti tunisini, compreso il Partito Destouriano Libero di Abir Moussi (opposizione anti-islamista), ha boicottato le elezioni di sabato 17 dicembre.

I tunisini erano chiamati alle urne in un contesto economico sociale difficile, segnato da un’inflazione galoppante – quasi il 10% -, disoccupazione altissima, penuria ricorrente di latte, zucchero, riso e un tasso di povertà che colpisce quattro milioni dei dodici milioni di tunisini. 

La missione della Lega degli Stati arabi per l’osservazione delle elezioni dei parlamentari ha invitato gli attori coinvolti nel processo elettorale in Tunisia a “studiare le ragioni che hanno portato a una scarsa partecipazione alle elezioni legislative”, pari all’8,8% secondo dati divulgati dall’Alta Autorità Indipendente per le Elezioni (Isie). Secondo La Presse Tunisie, la missione ha dichiarato in un comunicato che le ragioni della bassa affluenza alle urne “sono attribuibili alla natura del nuovo sistema elettorale basato sulla candidatura individuale e indipendente”. A ciò si aggiunge il numero ridotto di candidati e l’insufficiente numero di attività nell’ambito delle campagne elettorali, ha ricordato.

Per quanto riguarda la giornata elettorale, la missione della Lega Araba ha osservato che il processo di votazione e conteggio si è svolto in modo calmo e organizzato. Ha inoltre sottolineato l’assenza di propaganda elettorale intorno ai seggi elettorali nel 92,7% dei centri visitati, precisando che non è stato rilevato alcun tentativo di influenzare gli elettori.

La missione specifica inoltre, nella sua dichiarazione, che il materiale elettorale necessario era “disponibile e sicuro”, accogliendo con favore le prestazioni degli iscritti ai seggi elettorali nel 78,9% dei centri visitati. Gli osservatori hanno inoltre rilevato la presenza di rappresentanti dei candidati nel 47,7% dei seggi visitati.

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