Tunisia, il Partito dei lavoratori accusa Saied di populismo autoritario

di claudia
il presidente Kais Saied

Il Partito dei lavoratori, una formazione politica della sinistra tunisina, ha condannato con un comunicato stampa la decisione del presidente della Repubblica Kais Saied di sciogliere il Consiglio superiore della magistratura (Csm) e di sostituirlo con un altro organo provvisorio. Secondo il Partito è “un passo in più verso la sottomissione della magistratura per mettere in atto il suo progetto di populismo autoritario”.

La Presidenza della Repubblica tunisina ha annunciato, sabato scorso, che Saied ha promulgato un decreto legge che istituisce il Consiglio superiore provvisorio della magistratura, un fatto che dopo la destituzione del Csm originario ha provocato l’ira e il rifiuto di diversi organi giudiziari e forze politiche del Paese.

I Partito dei Lavoratori ha dichiarato che la creazione di un Consiglio superiore provvisorio della magistratura rappresenta “un ulteriore passo nella consacrazione dell’autoritarismo e una grave e caratterizzata violazione del principio della separazione dei poteri” ed ha accusato Saied di “prendere il controllo della magistratura per rafforzare il suo controllo sullo Stato e sulla società e confiscare le libertà”. Il partito, nel comunicato, continua affermando che “questo decreto legge criminalizza la libertà di associazione e tutte le attività collettive organizzate” e accusa Saied di essere un fascista. “Con la promulgazione di questo decreto legge, i contorni del progetto autoritario di Saied sono diventati chiari a coloro che potrebbero essere stati fuorviati da colui che non ha mai smesso di affermare che avrebbe liberato il Paese della tirannia oscurantista e distruttiva che aveva conosciuto nell’ultimo decennio”.

La Tunisia è in preda a un’acuta crisi politica dal 25 luglio, quando Saied ha imposto una serie di misure eccezionali, in particolare per quanto riguarda la sospensione dell’attività del Parlamento e la destituzione del capo del governo, monopolizzando il potere esecutivo e legiferando con decreti. La maggioranza delle forze politiche e civili tunisine respinge le decisioni di Saied paragonandole a “un colpo di stato contro la Costituzione”. 

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