È un “vero e proprio disastro ambientale” secondo il quotidiano tunisino La Presse, quello che si sta consumando nella regione di Sfax, a sud-est da Tunisi. Aspre tensioni attorno alla riapertura, controversa, della principale discarica ad Agareb, hanno portato a tafferugli con le forze dell’ordine e alla morte di un uomo, apparentemente a causa dell’inalazione dei gas lacrimogeni, sebbene questa versione sia contestata dal ministero dell’Interno.
Il problema di fondo riguarda la gestione di tonnellate di rifiuti domestici che da oltre un mese e mezzo ricoprono le strade di Sfax senza che le autorità competenti, il comune, intervengano per rimuoverli e la direzione ambientale regionale trovi una nuova discarica a seguito della decisione chiudere quella di Agareb, essendo scaduta la sua capacità di raccolta.
La Presse riferisce che la vicenda ha scatenato una polemica tra coloro che ritengono responsabile il comune di Sfax (sotto il controllo di Ennahda in seguito alle elezioni comunali del 6 maggio 2018), che ha rifiutato di smaltire i rifiuti che si accumulano, e quelli che ritengono che la responsabilità debba essere assunta dalla direzione regionale dell’Ambiente sotto il ministero degli Affari regionali e dell’ambiente.
Dopo aver incaricato il ministro dell’Ambiente di andare ad indagare sul posto e ad interrogare i cittadini di Sfax sulle proposte che vogliono avanzare per liberare la loro città dall’inquinamento, il presidente della la Repubblica Kais Saied ha deciso di prendere in mano la situazione invitando, lunedì, Najila Bouden, nuova capo del governo, e il ministro degli Interni, Taoufik Charfeddine, ad una sessione di lavoro al Palazzo di Cartagine. Assente, non si sa per quale motivo, il ministro dell’Ambiente, dedito, secondo il comunicato diffuso dalla Presidenza, “all’esame di soluzioni per debellare questo tipo di crisi consapevolmente create per scatenare crisi tra la gente”.
Il capo dello Stato ha incaricato il ministro dell’Interno di intervenire immediatamente per porre fine a questa situazione a Sfax. La decisione è stata quella di riaprire la discarica di Agareb nonostante l’opposizione degli abitanti della città e in contraddizione con la decisione già presa di chiudere il sito. Ieri, è stato annunciato che la discarica riprende le attività, con diverse misure: risanamento del sito, estrazione del gas e trattamento raddoppiando la frequenza di deodorizzazione e trattamento contro gli insetti. Il ministero insiste sul coinvolgimento della società civile “nell’attuazione della strategia nazionale di gestione dei rifiuti orientata principalmente alla raccolta differenziata per recuperarli e riciclarli”.
il portavoce del tribunale di primo grado di Sfax indica che è stata aperta un’inchiesta giudiziaria e che solo la perizia del medico legale (che verrà svelata oggi) determinerà le reali cause della morte del il giovane manifestante.