Dati precisi sul numero di cittadini provenienti dall’Africa subsahariana e al momento residenti in Tunisia non ci sono. Ma negli ultimi giorni, in seguito a controverse dichiarazioni fatte dal presidente Kais Saied, la loro presenza è diventata quasi invisibile. Impiegati soprattutto nella ristorazione e nell’agricoltura, secondo varie fonti locali la loro presenza si è fatta più rada con gli stessi datori di lavoro che hanno preferito sospenderne l’impiego in attesa che la situazione si faccia più chiara.
Il Paese è come a un bivio, in una difficile situazione economica, e molto dipenderà dall’accesso o meno della Tunisia a un maxi finanziamento del Fondo monetario internazionale. Per concederlo, l’Fmi ha chiesto una riforma del sistema dei sussidi e delle aziende pubbliche, punti sui quali lo stesso Saied non si è ancora espresso.
Nei giorni scorsi l’Fmi ha anche esternato preoccupazione per i “recenti sviluppi” sui migranti africani e preso atto “delle misure avviate dalle autorità per rimediare alla situazione”.
Il tema dei sussidi (al carburante e a generi di prima necessità) è un tema particolarmente sensibile in Tunisia, rivederne i meccanismi potrebbe avere pesanti riflessi politici per un presidente che gode ancora di un certo sostegno popolare ma che non ha dietro una formazione politica.