Tunisia minacciata dal punteruolo rosso

di Enrico Casale
punteruolo rosso

Oltre 7.000 palme comuni, il 20% di tutte quelle della Tunisia, sono state attaccate dal punteruolo rosso, il temibile coleottero che ne fa strage (e che in passato ha colpito anche numerose zone dell’Italia). L’allarme è stato dato dalla Coalition Citoyenne contre le Charançon, un’associazione impegnata nella tutela dell’ambiente che ha precisato che, se anche per il momento il punteruolo rosso non ha raggiunto le palme da datteri nelle oasi del Sud, il rischio è tuttavia altissimo.

«Abbiamo dunque bisogno di unire le nostre forze, di condividere le nostre idee per lottare al meglio contro il nemico che resiste e si moltiplica. Abbiamo forse perso una prima battaglia ma non la guerra contro questo flagello»,  indica in un comunicato, pubblicato dall’agenzia AnsaMed.info, l’associazione, sottolineando come la situazione sia inquietante nella Grand-Tunis e denunciando un debole coordinamento tra ministeri, con l’accusa alle autorità di dare troppa poca importanza a questo soggetto invece così importante.

«Le cause principali della diffusione del punteruolo rosso nella Grand-Tunis sono l’immobilità da parte delle amministrazioni dovuta anche a lotte interne tra gli eletti locali, la burocrazia eccessiva, una certa miopia di tecnici e ingegneri, la mancanza di risorse», scrive l’associazione invitando tutte le parti a unirsi nella lotta al punteruolo rosso che «trasfigura il nostro paesaggio e minaccia i nostri ecosistemi delle oasi».

La Coalition Citoyenne contre le Charançon annuncia anche una marcia popolare il 15 giugno a Tunisi, da Place Pasteur al Parco del Belvedere, le cui palme sono già state decimate dal coleottero, per sensibilizzare i politici sul tema.

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