In occasione dell’odierna Giornata mondiale dell’ambiente che si è svolta ieri, il collettivo “Stop Pollution”, impegnato per una migliore qualità della vita a Gabes, città del sud-est della Tunisia, organizza una manifestazione davanti al ministero dell’Industria, delle Miniere e dell’Energia. Lo riferisce l’agenzia Tap.
L’iniziativa ha l’obiettivo di sensibilizzare sui danni ambientali e sanitari provocati dall’inquinamento generato dal Gruppo Chimico Tunisino di Gabes, definito un “crimine ambientale e terrorismo industriale” perpetrato contro gli abitanti di Gabes da più di 51 anni.
“Un crimine che potrebbe spazzare via ogni forma di vita e che ha già causato un devastante declino (93%) della biodiversità nel Golfo di Gabes, che ospitava la più grande popolazione di pesci del bacino del Mediterraneo prima dell’insediamento dell’attività industriale sul sito di Gabes, oltre agli effetti sulla salute umana”.
Il collettivo, che il 5 giugno 2023 festeggia il suo 11° anniversario, ha ricordato che i movimenti di protesta contro la piaga dell’inquinamento industriale a Gabes, avviati dal 2011 dagli abitanti, sono stati coronati dalla decisione del 29 giugno 2017 sull’arresto immediato allo scarico in mare di fosfogesso da parte degli impianti di trasformazione dei fosfati, alla chiusura delle unità inquinanti del Gruppo Chimico Tunisino e alla lotta contro ogni forma di inquinamento derivante dall’attività industriale.
“Un passo avanti a cui l’attuale governo sembra voler rinunciare, visto che tutte le commissioni preposte a questo dossier sono disattivate da più di due anni”, ha allertato il collettivo, ritenendo che si tratti di un duro colpo portato alla lotta di gli abitanti di Gabes per un ambiente sano.
Addossando la responsabilità di questo blocco alla Presidenza della Repubblica e a tutti i dipartimenti ministeriali che si erano precedentemente impegnati a risolvere questo dossier, senza concretizzare sul campo questi impegni, “Stop Pollution” ha chiesto i risultati delle segnalazioni e delle indagini svolte sullo smantellamento delle unità inquinanti e di riattivare le commissioni preposte a questo fascicolo. Ritiene che qualsiasi negligenza o trascuratezza al riguardo costituisca un appello indiretto al ritorno dei movimenti popolari.
Attivo dal 2012, il collettivo “Stop Pollution” difende il diritto della regione di Gabes a un ambiente sano e chiede l’eliminazione di ogni forma di inquinamento e un cambiamento nel modello di sviluppo regionale.