Un virulento attacco al sistema di globalizzazione in atto dalla fine della seconda guerra mondiale e che “divide il mondo in due parti, la prima per i ricchi e la seconda per i poveri”, è stato lanciato dal presidente tunisino Kais Saied, nel suo intervento pubblico dopo la firma del memorandum d’intesa con l’Unione Europea, ieri a Tunisi.
“Questo sistema – ha aggiunto – non era necessario. Non può neppure durare nella sostanza né nella forma. (…) Questo sistema ha irradiato dove voleva e ha lasciato nell’ombra ciò che voleva. In Tunisia desideriamo che un nuovo sole splenda sul mondo intero. Vogliamo che si faccia luce perché la giustizia e la libertà regnino dove c’è ogni essere umano”, ha affermato Saied.
“Sono convinto che condividiamo lo stesso senso di responsabilità e che abbiamo tutti lo stesso coraggio per affrontare tutte le sfide insieme, solidali e alla pari. Nessuno può affrontarlo da solo, anche se crede il contrario”, ha proseguito. Ha menzionato il protocollo raggiunto ieri affermando che il suo aspetto migliore è il fatto di sottolineare la necessità del riavvicinamento tra i popoli. Tutti i popoli aspirano alla solidarietà e non alla pietà allo scopo di stabilire una classificazione preferenziale dei Paesi. I Paesi vogliono una vera uguaglianza. I popoli non vogliono pietà senza rispetto. La Tunisia non ha missili, ma ha una sovranità che attraversa i continenti”.
In merito al memorandum d’intesa firmato, Kais Saied ha poi sostenuto: “Questo memorandum deve essere accompagnato da una serie di accordi vincolanti sulla base dei principi in esso contenuti. Abbiamo così tanto bisogno di accordi su migrazioni disumane e operazioni di deportazione dietro le quali si nascondono reti criminali. La gente ha offerto molto a questi migranti e con grande generosità, mentre le organizzazioni non hanno adempiuto al loro dovere nei confronti di questi migranti, accontentandosi di semplici comunicati stampa, danneggiando l’immagine della Tunisia”.
Il presidente della Repubblica ha salutato il Team Europa presente e, in particolare, la presidente del consiglio italiano, Giorgia Meloni per aver accolto la sua proposta di tenere un vertice ad alto livello per esaminare la questione migratoria, sottolineando che la risoluzione di questa piaga deve ruotare attorno alle cause che lo hanno originato e non sul trattamento dei risultati.