Torna a parlare di complotto contro lo Stato e di attentato alla sicurezza nazionale, il presidente tunisino Kais Saied. Lo ha fatto ieri durante il suo incontro con il ministro dell’Interno, Taoufik Charfeddine, e con il direttore generale della sicurezza nazionale, Mourad Saidane.
Il presidente ha denunciato minacce alla sicurezza da parte di “alcune persone manipolate da note lobby”, secondo un comunicato diffuso dalla presidenza della Repubblica. Il Capo dello Stato ha ricordato che libertà non significa caos e cospirazione contro la sicurezza interna ed esterna dello Stato.
Saied ha inoltre sostenuto che vengono distribuite ingenti somme di denaro per fermare il secondo turno delle elezioni legislative e interrompere il corretto funzionamento di alcuni servizi pubblici. Il presidente della Repubblica ha indicato che questi soldi arrivano dall’estero con l’obiettivo di destabilizzare ulteriormente il Paese.
A fine dicembre, il presidente tunisino aveva persino affermato ieri ad alti esponenti del suo governo che qualcuno ha minacciato di assassinarlo. Una persona, di cui non si conosce pubblicamente il nome, minaccerebbe Saied di morte e circolerebbe liberamente all’estero, secondo lo stesso presidente.
Saied è confrontato a una significativa opposizione da quando, il 25 luglio 2021 ha preso i pieni poteri decretandolo stato d’eccezione. Il processo di ampie riforme da lui promosso, partendo dallo smantellamento del governo, del parlamento, del consiglio superiore della magistratura, tra l’altro, l’adozione di una nuova costituzione, elezioni parlamentari anticipate, e ora l’adozione della Finanziaria, si scontra con l’opposizione di alcuni partiti e della principale centrale sindacale del Paese, l’Ugtt, che ha minacciato proteste di piazza.
Alcune forze politiche tunisine ritengono che le misure di emergenza di Saied siano una consacrazione del potere individuale assoluto e parlano di vero e proprio colpo di stato, mentre altre forze le vedono come una “correzione del corso della rivoluzione del 2011”, che ha rovesciato il regime del presidente. Ben Ali (1987-2011).
Kais Saied, che ha iniziato un mandato presidenziale di 5 anni nel 2019, ha affermato che le sue misure sono “legali e necessarie” per salvare lo Stato tunisino dal “crollo totale”.