Attivisti per i diritti civili giovedì si sono radunati fuori dal Palazzo di Giustizia di Tunisi per manifestare il loro sostegno ad Amna al-Sharqi, accusata di oltraggio a simboli religiosi, violazione di codice etico e incitamento alla violenza.
La giovane donna aveva pubblicato un’immagine che imitava un capitolo del Corano con versi satirici dedicati al coronavirus. Il post ha suscitato un forte dibattito con, da un lato, i cittadini più conservatori irritati per quella che considerano una provocazione alla loro fede e, dall’altro, i più progressisti che difendono il diritto alla libertà di espressione.
Un attivista della manifestazione, Muhammad bin Rajab, ha dichiarato: «Siamo un gruppo di attivisti e associazioni della società civile. Siamo venuti qui per difendere lo Stato civile». «A nostro parere – ha continuato – le accuse della Corte sono una farsa».
Al-Sharqi dovrà rispondere della violazione dell’articolo 6 della Costituzione tunisina che obbliga il governo a proteggere la religione maggioritaria del Paese (l’Islam) e a prevenire qualsiasi tentativo di profanazione.