Esaurimento, stanchezza, scoraggiamento aumentano a bordo della Sarost 5. La nave è ancora bloccata davanti al porto di Zarzis in Tunisia, dopo essere stata rifiutata dalle autorità maltesi e da quelle tunisine. È trascorsa una settimana da quando i 14 membri dell’equipaggio e i 40 migranti hanno gettato l’ancora sperando di poter sbarcare. Hanno poco cibo, le condizioni sanitarie sono sempre più complicate. Nessuno dei Paesi confinanti ha finora accettato l’imbarcazione e ha consentito ai cittadini africani di sbarcare.
«Per favore, gli europei ci aiutino». Ha detto una donna incinta ai rappresentanti della Ong Watch the Med. T-shirt blu, sciarpa colorata, sembra esausta mentre parla alla telecamera. Imprigionata in Libia, è riuscita a fuggire e a imbarcarsi per l’Europa con quaranta altre persone. Un viaggio interrotto, poiché la loro imbarcazione è andata alla deriva prima di essere segnalata nelle acque di soccorso maltesi e poi salvata dalla nave tunisina Sarost 5. Da allora, è in attesa.