L’ex ministro dell’Ambiente tunisino, Mustapha Aroui, è stato condannato a tre anni di reclusione dalla camera penale del tribunale di primo grado di Tunisi, per lo scandalo dei rifiuti italiani importati illegalmente. L’altro ex ministro dell’Ambiente, Chokri Belhassen, è stato assolto.
Altre tre persone coinvolte in questo caso sono state condannate a tre anni mentre un dirigente del Ministero dell’Ambiente è stato condannato a dieci anni di reclusione. Il titolare dell’impresa di importazione di rifiuti, è stato condannato, in contumacia, a 15 anni di reclusione. Mustapha Aroui era stato arrestato nel dicembre 2020 dopo il suo licenziamento dal ministero degli Affari locali e dell’ambiente, dopo sei mesi in carica.
Una società tunisina, sfidando le leggi che vietano l’importazione di rifiuti domestici, aveva concluso un accordo con una società italiana per l’importazione di 120.000 tonnellate di rifiuti all’anno, l’equivalente dei rifiuti prodotti dal Grand Tunis per 15 giorni, per 48 euro a tonnellata. L’importo totale del mercato è di circa 18 milioni di dinari all’anno.
Il caso era scoppiato a Sousse, il cui porto ha dovuto mantenere per due anni circa 300 container di rifiuti illegali.