In Tunisia è stata appena smantellata una rete internazionale specializzata nel riciclaggio di denaro proveniente dalla tratta di esseri umani e dallo sfruttamento dell’immigrazione irregolare, in cui sono coinvolte persone di diverse nazionalità africane. Lo ha fatto sapere il ministero dell’Interno tunisino.
In coordinamento con il polo giudiziario, economico e finanziario della Procura della Repubblica, il ministero dell’Interno ha smantellato la rete composta da otto persone, che ora si trovano in custodia cautelare fino alla conclusione delle indagini. “Tra i sospettati, c’è un amministratore centrale delle Poste tunisine” del governatorato di Nabeul, ha riferito il ministero.
Il dipartimento nazionale per le indagini sui crimini finanziari internazionali della direzione generale della polizia giudiziaria è intervenuto dopo la scoperta, da parte del Comitato tunisino di analisi finanziaria di trasferimenti di fondi il cui valore ammontava a più di 450 milioni di dinari (ovvero circa 139 milioni di dollari), ha detto l’ufficio comunicazione del ministero dell’Interno.
“È emerso che nel periodo 2020-2022 sono stati effettuati bonifici postali, con importi variabili. Uno degli indagati è stato individuato, in quanto la maggior parte dei predetti bonifici sono stati effettuati con il suo nome e il suo numero personale”, secondo la stessa fonte.
Dall’indagine e dall’analisi dei flussi finanziari emerge che il principale indiziato, di nazionalità di un Paese africano, è colui che fa arrivare africani dall’Africa sub-sahariana e li fa entrare clandestinamente in Tunisia riscuotendo commissioni dell’ordine di 5.000 dinari (circa 1.550 dollari) a testa.
Sono stati sequestrati sei veicoli per un valore stimato di circa 400 milioni di dinari, oltre a una grande quantità di vari prodotti di contrabbando.