di Céline Camoin
È uno strappo che non sarà facile ricucire in poco tempo, quello che ha visto nei giorni scorsi la Tunisia uscire pubblicamente dalla neutralità sul Sahara Occidentale, avvicinandosi alla posizione algerina, a sfavore del Marocco. Lo ritiene Emna Ben Arab, professor assistant dell’Università di Sfax, intervenuta nei giorni scorsi a un webinar dell’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale) dedicato alla situazione in Tunisia, a seguito del referendum sulla nuova Costituzione.
“La neutralità della Tunisia era un principio fondamentale delle autorità tunisine, e sulla questione del Sahara Occidentale, Tunisi aveva sempre mantenuto le distanze da entrambi i Paesi” (Marocco e Algeria, Ndr), ha detto Emna Ben Arab. Il cambiamento tuttavia non è dell’ultimo minuto, ovvero dalla recente visita del leader del Fronte Polisario Brahim Ghali in Tunisia, ma si era già percepito ad ottobre scorso, quando la Tunisia si era astenuta dal voto sulla missione delle nazioni Unite nel Sahara Occidentale (Minurso), dimostrando quindi un avvicinamento verso le posizioni dell’Algeria.
“La Tunisia – ha detto l’analista – si trova ora nel mezzo di un processo di mini alleanze regionali che si stanno creando. In cima a queste alleanze, troviamo l’Algeria e il Marocco, quest’ultimo sentitosi pugnalato alle spalle da Tunisi”. La crisi, secondo Ben Arab, è più profonda di quello che si possa pensare e non si risolverà con un semplice meeting. L’avvicinamento con l’Algeria è più forte da quando c’è Kais Saied alla presidenza della Tunisia”, ha sottolineato.
La Tunisia, inoltre, “ha preso le distanze dal Marocco a causa degli accordi di Abramo e della normalizzazione dei rapporti tra Rabat e Israele, al quale Saied è ostile”, ha indicato l’assistente professore presso la facoltà di Lettere e scienze umane di Sfax.
Il leader del Fronte Polisario e della Repubblca sahrawi, Brahim Ghali, è stato ufficialmente ricevuto in Tunisia in occasione del Forum economico Giappone-Africa (Ticad8). Ghali è stato ricevuto al suo arrivo alla stregua degli altri capi di Stato, dal presidente Saied, con il quale si è poi riunito in privato. Tunisi e Rabat hanno richiamato i rispettivi ambasciatori.
Ufficialmente, secondo Le Monde, nell’annunciare il richiamo del suo ambasciatore, Tunisi ha assicurato di aver “mantenuto la sua totale neutralità sulla questione del Sahara occidentale nel rispetto della legittimità internazionale”, auspicando una “soluzione pacifica e accettabile per tutti”. “La Tunisia rispetta le risoluzioni delle Nazioni Unite e quella dell’Unione africana”, ha affermato il ministero degli Affari esteri tunisino. “Contrariamente a quanto affermato nel comunicato marocchino”, la Rasd (Repubblica araba sahrawi democratica) aveva ricevuto un “invito diretto” dal presidente della Commissione africana.