Un giovane tunisino ferito durante la rivoluzione tunisina del 2011 si è dato mortalmente fuoco dopo il mancato risarcimento da parte del governo. Lo ha detto ieri la sua famiglia all’Afp. L’auto-immolazione di Neji Hefiane, 26 anni, ricorda la morte di Mohamed Bouazizi, il venditore ambulante il cui suicidio 17 dicembre 2010 scatenò la rivoluzione tunisina, e la Primavera araba.
Hefiane è morto sabato in un ospedale nella periferia sud della capitale Tunisi, ha detto suo padre, dopo essersi dato fuoco davanti alla sua famiglia.
L’uomo viveva a Intilaka, uno dei quartieri popolari di Tunisi dove tra dicembre 2010 e gennaio 2011 sono scoppiate violenti proteste contro il regime. All’età di 16 anni, è stato colpito alla testa. Da allora non ha ricevuto alcun aiuto dalle autorità, nonostante fosse sulla lista ufficiale delle persone ferite durante la rivoluzione, ha detto sua sorella Zohra. “Mio fratello non ha avuto nulla a cui aveva diritto, nessuna assistenza sanitaria gratuita, nessun impiego garantito”, ha detto. “Ha chiesto ovunque ma ha riscontrato solo negligenza, anche da parte del presidente”, ha aggiunto. Altri feriti della rivoluzione “minacciano di uccidersi”, ha affermato l’avvocato Lamia Farhani, presidente dell’associazione Aoufiaa (Fedeli) creata per aiutare i “martiri e feriti” della rivolta.