Tunisia, un potenziale hub energetico per l’Europa?

di claudia

a cura del Centro studi AMIStaDeS

Il bacino del Mediterraneo è una delle regioni più interessate dal cambiamento climatico. Secondo un report del WWF, infatti, le sue temperature starebbero aumentando ad un ritmo del 20% in più rispetto alla media globale. La desertificazione, la carenza di acqua, la degradazione delle risorse naturali sono solo alcune delle conseguenze che i Paesi del Mediterraneo si trovano ora costrette ad affrontare, tra investimenti nelle rinnovabili e accordi con l’Europa. Emblematico il caso della Tunisia e le sue politiche energetiche.

In Tunisia, gli effetti del cambiamento climatico sono già evidenti nell’erosione del suo litorale, nella proliferazione di specie invasive, come si è già osservato per il granchio blu o quello atlantico tropicale, nell’aumento della salinità delle acque e nella minore disponibilità di acqua dolce. Alle cause naturali si aggiungono quelle di natura antropica come la crescente urbanizzazione a scapito di terreni agricoli esistenti e della degradazione ambientale delle aree occupate, oltre che una gestione poco adeguata delle risorse naturali esistenti, come ad esempio dimostrano i più di 10.000 pozzi creati in maniera illegale per lo sfruttamento delle risorse idriche sotterranee di cui il Paese è ricco, soprattutto in ambito agricolo.

Verso una politica di transizione energetica?

Il contributo determinato a livello nazionale (CND) della Tunisia, elaborato in seguito all’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico del 2016, prevede un aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili del 35%, una riduzione delle emissioni di gas serra del 45% e della domanda di energia del 30% entro il 2030. A tale scopo, il governo tunisino ha lanciato, lo scorso gennaio, dei bandi di gara per la produzione di energia rinnovabile per un valore di circa 1,6 miliardi di dollari.

Le politiche sul clima intraprese sono strettamente legate al settore energetico, il quale è caratterizzato da un crescente deficit dato da un calo della produzione energetica e dalla crescita della domanda, con il conseguente aumento della dipendenza energetica del Paese. Ad oggi, la produzione energetica tunisina deriva quasi esclusivamente da combustibili fossili, e, in particolare, dal gas naturale, di cui più della metà viene importato dall’Algeria attraverso il gasdotto Transmed, che rifornisce anche l’Italia. Tale dipendenza espone il Paese ad un’insicurezza energetica data dalla volatilità dei prezzi e disponibilità a livello internazionale. E’ in questo ambito che solo il 3% dell’elettricità è generata da fonti rinnovabili. Progetti di energia rinnovabile hanno accumulato numerosi ritardi nel corso degli anni, dovuti in parte all’instabilità politica che ha caratterizzato il Paese dopo la rivoluzione del 2011.

L’interesse e le politiche adottate nel settore delle energie rinnovabili, che segue una tendenza regionale e globale, si basano principalmente su investimenti esteri e la creazione di partenariati pubblico-privati (PPP). A livello nazionale, infatti, scarseggiano sia le risorse finanziarie che le materie prime e tecnologiche necessarie per la produzione autonoma di centrali elettriche per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Sebbene, quindi, la produzione e distribuzione di energia siano ancora gestite centralmente dalla società pubblica STEG (Società Tunisina dell’Elettricità e del Gas), la legge n. 2015-12, rivista nel 2019, ha aperto alla produzione e vendita di energia da parte del settore privato, facilitando investimenti stranieri da parte di società all’avanguardia nello sviluppo di progetti di energia rinnovabile.

Investimenti nel settore dell’energia

Questa politica energetica ben si allinea con gli interessi europei di sicurezza e transizione energetica. La posizione strategica della Tunisia e il suo potenziale nel settore delle energie rinnovabili ne fanno, infatti, un potenziale hub energetico per l’Europa. Tra gli ultimi progetti in corso che vedono protagonista l’Italia, lo scorso dicembre è stato inaugurato un impianto fotovoltaico a Tataouine, nel sud della Tunisia, di una capacità di 10 MW. L’impianto dovrebbe permettere di risparmiare CO2 e assicurare un aumento della fornitura di energia elettrica a livello nazionale. Il progetto, frutto di una joint venture tra ENI e l’ETAP, società statale dedicata alla produzione di energia da fonti rinnovabili, prevede il trasferimento dell’energia prodotta alla STEG sulla base di un accordo ventennale.

Inoltre, grazie ad un finanziamento dell’Unione Europea di 307,6 milioni, partirà a breve la fase operativa del progetto di interconnessione ELMED, che collegherà, attraverso un cavo sottomarino lungo 195 KM, due centrali in Italia e in Tunisia. Il progetto, frutto della collaborazione tra la società italiana Terna e la STEG, dovrebbe da un lato contribuire all’esportazione di energia verso l’Europa attraverso l’Italia, mentre dall’altro lato rispondere al bisogno energetico tunisino e dare maggiore impulso allo sviluppo di energia da fonti rinnovabili, riducendo la dipendenza energetica del Paese.

L’attenzione data al settore energetico in Nord Africa di alcuni Paesi europei è data dalla necessità di ottenere una maggiore sicurezza energetica, soprattutto in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina. Tuttavia, se gli investimenti in una transizione energetica sono senza dubbio un passo importante per incentivare la produzione e consumo di energie rinnovabili a livello locale, affinché si possa parlare di una vera e propria ‘transizione’ non si deve dimenticare che uno sviluppo sostenibile non deve prescindere da una gestione più efficiente delle risorse locali e dalle esigenze della popolazione, oltre che da una redistribuzione equa delle risorse provenienti da tali investimenti e da uno sviluppo di una produzione e capacità locali che possano effettivamente permettere al Paese di essere maggiormente indipendente a lungo termine per far fronte alle sfide future.

Bibliografia:

L’ économie bleue en Tunisie; Banque internationale pour la reconstruction et le développement / Banque mondiale; 2022.

Energia: al via il procedimento autorizzativo per l’interconnessione Italia-Tunisia; Greenreport.it, 2022.

La Tunisia lancia progetti per produrre 1.700 megawatt di energia da fonti rinnovabili; agenzianova; 2023.

Tunisia – Country Commercial Guide; International Trader Admistration;

Tunisia: Call for tenders for 1.7 GW of renewable energy in; Energy news; 2023.

ACCORD DE PARIS SUR LE CLIMAT, CDN actualisée – TUNISIE.

Gouvernance de l’eau En Tunisie. Etude du cas du gouvernorat de Kasserine; International Alert; 2017.

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