Questo periodo in Tunisia è “segnato da tentativi di provocare tensioni sociali con tutti i mezzi, nonché da parte di lobby che partecipano dietro le quinte alla processo elettorale degli ultimi giorni”: sono le parole del presidente della Repubblica Kais Saied al ministro degli Interni, Khaled Ennouri e alla segretaria di Stato per la Sicurezza Nazionale, Sofiene Bessadok.
In questo periodo pre-elettorale, verso la chiamata alle urne del 6 ottobre, Saied chiede ai responsabili della sicurezza nazionale di raddoppiare gli sforzi per imporre il rispetto della legge.
Intanto, tra i leader dell’opposizione in manette, Abir Moussi, presidente del Pdl, rischia di non potersi candidare a causa delle nuove condizioni della candidatura presidenziale. Al candidato Ghazi Chaouachi, anche lui agli arresti, l’Alta Autorità Indipendente per le Elezioni (Isie) ha rifiutato di fornire il modulo di endorsement, sostenendo che è necessaria una procura speciale.
Il segretario generale del Partito dei Lavoratori, Hamma Hammami, ha dal canto suo dichiarato che il suo partito boicotterà le elezioni presidenziali. A Mosaique Fm, ha detto che il Partito si rifiuta di partecipare ad una corsa elettorale che non rispetta le libertà e che compromette le possibilità degli altri candidati, la maggior parte dei quali sono incarcerati. “Noi boicottiamo le elezioni, ma svolgeremo il nostro ruolo di oppositori, seguendo il programma che sarà messo in atto all’inizio della campagna elettorale”, ha sottolineato.