La Commissione internazionale dei giuristi (Icj) ha invitato le autorità tunisine a ritirare la bozza della nuova Costituzione che sarà messa ai voti il 25 luglio, e a ristabilire l’ordine costituzionale, ponendo fine allo stato di eccezione. Lo chiede l’Icj, convinta che l’adozione della bozza della nuova Costituzione riporterebbe la Tunisia a un regime “autocratico”, in cui il Presidente della Repubblica monopolizza i poteri giudiziari e legislativi.
Il Comitato dei giuristi ha raccomandato alle autorità tunisine di non effettuare alcuna revisione costituzionale, fintantoché lo status quo costituzionale non è conforme ai principi dello stato di diritto, della separazione dei poteri e dell’indipendenza della giustizia.
La medesima commissione internazionale si era espressa contro la decisione del presidente Kais Saied di revocare 57 giudici, invocando sospetti di corruzione.
In Tunisia, con l’avvicinarsi della data del referendum, cresce la mobilitazione dei pro e dei contro. Nella notte tra l’8 e il 9 luglio, è stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale una versione modificata del progetto di Costituzione, pubblicato il 30 giugno. Questa versione sarà sottoposta a referendum il 25 luglio, data che coincide con la Festa della Repubblica.
L’associazione “un milione di donne rurali” ha lanciato una campagna promozionale in diversi suk del governatorato di Tataouine, invitando i cittadini a votare “sì” al progetto, attraverso lo slogan “Sì al popolo costruttore”. A Monastir, è l’Associazione generale per lo sviluppo e gli affari sociali di Bembla (Monastir), a far campagna per il sì, mentre a Nabeul è mobilitata la Gioventù patriottica. A favore sono anche attivamente i movimenti Harak 25 luglio Chabab Tounes al Watani, considerando che questa bozza di Costituzione contenga diversi punti di forza, in particolare la rottura con il vecchio sistema in materia di dispersione dei poteri.
Per l’Associazione dei magistrati tunisini (Amt), la nuova bozza di Costituzione ha descritto la giustizia come una professione e ha cancellato la definizione di potere. “Il Consiglio superiore della magistratura è ora accantonato, per consentire all’Esecutivo di mettere le mani su nomine, trasferimenti e licenziamenti”. Ha detto il presidente dell’Amt, Anas Hmaidi. Il presidente della Lega tunisina pr i diritti umani, Bassem Trifi, voterà per il “no”. Contesta la non indipendenza della Corte Costituzionale e il fatto che il testo sia stato stilato senza processo partecipativo.