Le forze armate ugandesi sono a caccia dei ribelli accusati dell’attacco che lo scorso venerdì ha causato la morte di almeno 41 civili nella città di Mpondwe, al confine con la Repubblica democratica del Congo. L’attacco, che ha mietuto vittime soprattutto tra studenti, è stato attribuito alle Allied Democratic Forces (Adf), un gruppo ribelle ritenuto vicino all’Isis.
Nelle prime dichiarazioni in merito a quanto avvenuto, il presidente Yoweri Museveni, ha definito l’attacco “un’azione terroristica, disperata e codarda” e ha promesso di stanziare più truppe lungo il confine con il Congo.
Nell’Angelus domenicale, anche Papa Francesco ha pregato per le vittime e reazioni nella stessa direzione sono arrivate dal segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, dagli Stati Uniti, dall’Unione Europea e dall’Unione Africana.
La maggior parte delle vittime è stata uccisa nel dormitorio della Lhubiriha Secondary School. Dai racconti dei sopravvissuti sono emersi i minuti di terrore che hanno accompagnato un’azione pianificata da un numero imprecisato di uomini che si sono fatti strada uccidendo e appiccando poi il fuoco alla struttura.
Secondo le autorità locali, gli aggressori sono poi fuggiti verso il Parco Nazionale Virunga, una vasta area a cavallo del confine, con almeno sei studenti prigionieri..
Sono state sollevate domande su come gli aggressori siano riusciti a eludere i controlli in una regione di confine con una forte presenza militare. Il generale Dick Olum ha detto che era stata segnalata la presenza di elementi dell’Adf da un paio di giorni e che sarà necessaria un’indagine per stabilire cosa sia andato storto.
L’Adf, che gli Stati Uniti hanno designato come gruppo “terroristico”, è considerato il più letale tra le decine di milizie armate che si aggirano nell’est della Repubblica democratica del Congo. A marzo, Washington ha promesso una ricompensa fino a 5 milioni di dollari per informazioni che portino alla cattura dei leader del gruppo.
L’Adf è stato formato nel 1995 da una coalizione di forze ribelli – tra cui l’Esercito di Liberazione islamico dell’Uganda e l’Esercito Nazionale per la Liberazione dell’Uganda (Nalu) – per combattere contro Museveni, il presidente al potere dal 1986.
Inizialmente il gruppo era stato sostenuto da successivi governi congolesi. Nel 2013, però, l’Adf ha iniziato ad attaccare obiettivi militari congolesi, inducendo l’esercito a reagire.
Questo non è stato il primo attacco a una scuola in Uganda da parte dell’Adf. Nel giugno 1998, 80 studenti furono uccisi nei loro dormitori in un attacco delle Adf all’Istituto Tecnico Kichwamba, vicino al confine con il Congo. Le autorità ugandesi hanno anche accusato il gruppo di attentati suicidi nella capitale nel 2021.