L’Uganda ha dimesso ieri gli ultimi otto pazienti guariti dall’Ebola. Lo hanno reso noto le autorità sanitarie ugandesi, che specificano inoltre che non ci sono stati altri casi positivi. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha descritto queste dimissioni come una pietra miliare nella lotta alla malattia e in questa epidemia specifica, risultato che “riflette la potenza della risposta rapida e coordinata dell’Uganda”.
La maggior parte dei pazienti affetti da Ebola è stata curata presso la principale struttura di riferimento nella capitale ugandese, Kampala, e l’unica vittima è stata un’infermiera morta il giorno prima che l’epidemia venisse dichiarata ufficialmente, il 30 gennaio. I suoi parenti sono tra coloro che sono stati poi ricoverati in ospedale.
Tracciare i contatti è infatti fondamentale per arginare la diffusione dell’Ebola, che si manifesta come una febbre emorragica virale. I funzionari ugandesi hanno documentato almeno 265 contatti e almeno 90 di loro hanno completato un periodo di quarantena durante il quale sono stati monitorati.
Non ci sono vaccini approvati per il ceppo sudanese dell’Ebola ma le autorità hanno avviato uno studio clinico per testare ulteriormente la sicurezza e l’efficacia di un vaccino sperimentale come parte delle misure per fermare la diffusione di questo virus.