Uganda ed Etiopia sostengono la revoca dell’embargo sulle armi alla Somalia

di claudia

La Somalia sta ricevendo sostegno per la sua campagna diretta alla revoca dell’embargo sulle armi. Dopo l’Etiopia, anche l’Uganda ha dichiarato di sostenere Mogadiscio. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite voterà a novembre sul rinnovo del divieto parziale che, secondo la Somalia, dovrebbe essere rimosso in modo da poter combattere meglio al-Shabaab, milizia jihadista legata ad al-Qaeda.

Il sostegno dell’Etiopia è arrivato a luglio dopo che i miliziani somali hanno effettuato un’incursione in territorio etiope. Il 30 settembre, il presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud e il primo ministro etiope Abiy Ahmed hanno affermato che le sanzioni, in vigore da tre decenni, dovrebbero essere rimosse in modo che la Somalia possa contare su migliori e maggiori armamenti nella sua lotta al terrorismo.

La Somalia ha invitato gli Stati membri dell’Unione africana a luglio a sostenere la sua campagna per revocare l’embargo, che include il divieto di armi di alto calibro e veicoli militari.

Il gruppo di ricerca sulla sicurezza, Hiraal Institute, ha dichiarato, in un rapporto pubblicato a febbraio che l’embargo sulle armi non ha impedito ad al-Shabaab di contrabbandare armi che le forze federali non erano autorizzate ad acquistare. Samira Gaid ricercatrice dell’istituto, sentita da Voice of America, ha affermato che le capacità della Somalia sono limitate perché ha bisogno del permesso dei membri del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per acquistare determinate armi.

“Al-Shabab, invece, è in grado di acquistare dai mercati locali e contrabbandare illegalmente queste armi dallo Yemen o altrove – ha detto Gaid -. E così per loro, hanno accesso a qualsiasi sistema d’arma senza alcun obbligo mentre il governo è limitato”.

Nonostante le restrizioni, le forze somale e i loro alleati hanno ottenuto successi contro i militanti. La “guerra totale” del presidente somalo Mohamud contro al-Shabaab ha visto decine di villaggi riconquistati nelle ultime settimane di intensi combattimenti.

Mohamed Muse Matan, che insegna Scienze politiche e relazioni internazionali all’Università della Somalia, ha affermato che le sanzioni significano che le forze somale non hanno abbastanza potenza di fuoco per sconfiggere i militanti. Ma Matan ammette che consentire alla Somalia di ottenere armi di grosso calibro è rischioso perché mancano meccanismi di regolamentazione, ma che è essenziale che le armi del governo siano migliori di quelle di al-Shabaab se il governo vuole vincere la guerra contro i jihadisti.

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha imposto un embargo sulle armi alla Somalia nel 1992 a causa della guerra civile e della violenza delle fazioni. L’embargo è stato parzialmente revocato nel 2013 per aiutare le forze di sicurezza somale a sviluppare e combattere i militanti islamici. Le restanti sanzioni si rinnovano annualmente.

Ad agosto, Mohamud e il presidente dell’Uganda Yoweri Museveni hanno chiesto la rimozione dell’embargo durante la visita di Mohamud a Kampala. L’ex vicedirettore dell’intelligence nazionale somala, Abdisalam Guled, ha affermato che la Somalia ha bisogno di armi pesanti come carri armati e mezzi corazzati per il trasporto di personale. Guled ha detto che l’embargo sulle armi contro la Somalia è stato per lo più sostenuto dai Paesi vicini perché temevano che se la Somalia avesse avuto a disposizione armi pesanti, avrebbe potuto usare quelle armi contro i suoi vicini. Ora, secondo Guled, questo rischio è scemato soprattutto da quando al-Shabaab ha dimostrato di essere capace di combattere anche fuori dai confini somali. Da qui la richiesta di revoca dell’embargo. 

Condividi

Altre letture correlate: