In Uganda, 900 ettari di foresta tropicale che ospitano un preziosissimo tesoro di biodiversità rischiano di essere rasi al suolo per far spazio a una piantagione di canna da zucchero.
La zona in questione è una parte della foresta di Bugoma, un’area verde di 411chilometri quadrati nel distretto di Kikuube, a 250 chilometri a Nord-Ovest della capitale Kampala: un ricchissimo patrimonio naturale in cui sono presenti anche numerose specie animali tra cui scimpanzé, elefanti e uccelli rari.
Ad autorizzare la dannosa impresa è stata l’Alta Corte di Kampala che, supportata dal re ugandese Solomon Iguru Gafabusa, ha dato il via libera alla distruzione di una parte dei 44 mila ettari che formano questa area verde. Il cavillo legale che ha fatto vincere la Hoima Sugar di Mauritius, che si è aggiudicata l’appezzamento per la canna da zucchero, è stato il confine: secondo il giudice, infatti, quel pezzo di terra si trova fuori dall’area protetta della foresta. I lavori per la bonifica sono iniziati il mese scorso, quando la corte ha ordinato all’Autorità Forestale Nazionale (NFA) che la gestisce, di liberare il terreno e di rimuovere il presidio militare che la sorvegliava.
La Hoima Sugar promette in cambio scuole, ospedali e altre strutture che darebbero lavoro a diverse persone. Sicuramente infrastrutture necessarie che fanno gola ma ciò non toglie che l’abbattimento di queste piante comporterà un danno enorme per l’ambiente naturale del Paese. Lo ricorda Costantino Tessarin, presidente dell’Associazione per la conservazione della foresta di Bugoma, che ha dichiarato al Guardian: «Non è importante se la terra cada o meno all’interno dei confini della riserva. La vera questione è che si parla di un ecosistema di importanza internazionale che non può essere frazionato. La decisione di procedere con la bonifica della foresta rappresenta una vergogna imperdonabile per tutte le persone di buon senso, non solo in Uganda ma nel mondo».
I conservazionisti, che tramite diverse associazioni, si stanno battendo per far sì che la decisione non venga messa in pratica, hanno messo in luce come la distruzione di questi 900 ettari avrebbe conseguenze irreversibili su tutta la flora e la fauna della foresta, inclusi i livelli delle acque del Nilo.
E’ stata quindi lanciata una campagna sui social, “Save Bugoma Forest“, che chiede l’intervento del presidente Yoweri Museveni. Anche Tessarin ha dichiarato: «è necessario che il governo dell’Uganda e le istituzioni nazionali intervengano per risolvere una questione che non può essere solo una battaglia legale in tribunale e non può riguardare solo i confini».
Valentina Giulia Milani