I responsabili dell’attentato del 16 novembre scorso a Kampala, in Uganda, costato la vita a tre persone erano in contatto con gruppi in Somalia e in Kenya. E’ quanto ha detto il presidente ugandese, Yoweri Museveni, in un’intervista rilasciata all’agenzia Reuters, senza però fornire maggiori dettagli.
L’attentato è stato rivendicato dai jihadisti dello Stato islamico (Isis) a cui è affiliato il gruppo islamista Allied Democratic Forces (Adf) che opera in Uganda e in Repubblica Democratica del Congo. L’attacco ha spinto Museveni a inviare 1.700 soldati nella vicina Repubblica Democratica del Congo, dove l’Adf ha campi di addestramento, ma parlando con la Reuters, il leader ugandese ha detto: “Abbiamo qualche indicazione che si stavano coordinando con gruppi in Kenya e in Somalia. Forse non comando e controllo, ma collaborazione”.
Non è chiaro se i ribelli Adf abbiano contatti con i jihadisti somali Shebab, che hanno anche una forte presenza in Kenya. Uganda e Kenya hanno inviato le proprie forze armate in Somalia, nell’ambito della missione dell’Unione africana (Amisom).
La scorsa settimana Kampala ha annunciato che le sue truppe rimarranno in Congo tutto il tempo necessario per sconfiggere i miliziani islamisti. L’operazione è stata lanciata in stretto coordinamento con le autorità di Kinshasa. Alla domanda se ci sia un coordinamento anche con il Ruanda, Museveni non ha risposto.