La scorsa settimana presidente dell’Uganda, Yoweri Museveni, ha definito il suo principale oppositore Robert Kyagulani, meglio noto come Bobi Wine, come un “nemico della prosperità del paese”. In un’intervista rilasciata alla Bbc, Museveni ha quindi respinto le accuse di repressione rivolte al suo governo dall’opposizione e dai gruppi della società civile, tuttavia ha ammesso di trattare Bobi Wine come un nemico come sottolineato da Agenzia Nova.
“Bobi Wine è andato in America (stati Uniti) e ha detto che la gente non dovrebbe venire a investire in Uganda. Ciò significa che è nemico del progresso in Uganda. Quando vai a dire agli stranieri che non dovrebbero venire a investire nel nostro paese, stai facendo la guerra alla nostra prosperità. Allora perché intendi sfruttare questa prosperità?”, ha detto il capo dello stato ugandese. Quanto alla sua ricandidatura ad un sesto mandato alla guida del paese in vista delle elezioni presidenziali del 2021, Museveni ha dichiarato di avere ancora delle “questioni incompiute” come presidente e che se ne andrà “solo se gli verrà chiesto dal suo partito”, il Movimento di resistenza nazionale (Mrn).
“La mia casa mi sta aspettando, ma l’Uganda ha ancora problemi da affrontare. Sono questi problemi che ci spingono a fare ciò che decidiamo di fare politicamente insieme ai nostri colleghi. Se la dirigenza del Mrn pensa che non serva più il contributo degli anziani, andremo felicemente a fare altre cose”, ha detto Museveni. “Non siamo qui per uno spettacolo, non siamo frequentatori di spettacoli teatrali, siamo persone che sono qui per affrontare grandi questioni che riguardano l’Uganda e l’Africa”, ha aggiunto.
Museveni, al potere dal 1986, ha ufficializzato nel marzo scorso la sua candidatura ad un sesto mandato dopo aver avuto l’investitura del suo partito. La strada per la candidatura ad un sesto mandato del 75enne capo dello Stato era pressoché scontata ed è stata resa possibile dopo che nel dicembre 2017 il parlamento di Kampala ha approvato il controverso disegno di legge che abolisce il limite di età per ricoprire l’incarico presidenziale, in precedenza fissato a 75 anni. Il provvedimento, che prevede anche l’estensione di due anni del mandato dell’attuale parlamento, è stato approvato in via definitiva con 315 voti favorevoli e 62 contrari, dopo che la maggior parte dei deputati dell’opposizione hanno abbandonato l’aula in segno di protesta.
Ieri è arrivata la risposta di Wine, che sempre interpellato dalla Bbc, ha definito a sua volta il presidente ugandese “il nemico dell’Uganda” che governa “con la canna della pistola”. Il botta e risposta fra i due continua dunque e rende il clima nel Paese già teso due anni prima delle elezioni previste per il 2021.