Niente visite ai detenuti ugandesi per Natale: come comunicato ieri dall’amministrazione penitenziaria dell’Uganda (Uganda prisons service, Ups) tra il 24 dicembre e il 3 gennaio i detenuti nelle carceri del Paese non potranno ricevere visite né generi di conforto. Il divieto è stato imposto “per evitare potenziali falle nella sicurezza”.
Intervenendo ieri alla tv, Frank Baine Mayanja, portavoce dei servizi carcerari ugandesi, ha detto che “il Natale è fonte di eccitazione e la maggior parte dei prigionieri vorrebbe trascorrere il Natale a casa e vorrebbero pianificare come evadere dalla prigione e uscire”. Inizialmente l’Ups aveva previsto uno stop ai colloqui di un mese ma poi il provvedimento è stato rivisto a una sola settimana.
Nelle carceri dell’Uganda sono detenute circa 78.000 persone e ci lavorano 14.000 persone, tra guardie carcerarie e personale civile. Per offrire un pasto diverso dal solito in occasione del Natale, l’Ups ha dato il via ieri all’abbattimento ed alla macellazione di 687 bovini nel carcere di Luzira, un’iniziativa che oggi sarà estesa a tutti i 266 istituti penitenziari del Paese, “garantendo che ogni struttura riceva la sua quota in tempo per le celebrazioni natalizie” ha fatto sapere l’Ups, citato da Nilepost.
La decisione di alzare il livello di allerta nelle carceri e impedire ai parenti i colloqui nel periodo natalizio tuttavia non piace alle famiglie di molti detenuti: la moglie del politico dell’opposizione ugandese Kizza Besigye, Winnie Byanyima, a capo dell’organizzazione delle Nazioni Unite per la lotta all’Hiv, ha denunciato come “crudele e disumano” il divieto imposto ai prigionieri di ricevere visite il giorno di Natale. Besigye, 68 anni, è detenuto perché accusato da un tribunale militare di possesso illegale di arma da fuoco e tentativo di acquisto di armi all’estero. Byanyima ha detto che, se necessario, dormirà in una tenda davanti al carcere, il marito si trova proprio a Luzira, ed ha espresso preoccupazione per il cambio di leadership all’interno della struttura, con un nuovo capo “giovane e inesperto”.