“Anche un’elezione rubata non è una scusa per la violenza”: è l’appello lanciato da Julia Sebutinde, magistrato della Corte Internazionale di Giustizia, dopo che il Presidente uscente Yoweri Museveni è stato dichiarato rieletto nelle elezioni tenutesi in Uganda la scorsa settimana (vedi Fides 19/2/2016). Secondo la Commissione elettorale, Museveni ha ottenuto il 60,8 per cento dei voti contro il 35,4 per cento del suo principale sfidante, Kizza Besigye.
Quest’ultimo, arrestato e rilasciato più volte nel corso della campagna elettorale e durante il voto, ha chiesto una verifica internazionale dei risultati delle elezioni, a suo dire inficiate da gravi irregolarità.
Secondo la giudice Sebutinde, prima di ricorrere ad una istanza giudiziaria internazionale occorre passare per la giustizia ugandese. “Vorremmo vedere i perdenti risolvere le questioni nelle corti di giustizia domestiche” ha detto la signora Sebutinde, che ha lanciato un appello perché il sistema giudiziario locale “risolva con rapidità le dispute in modo imparziale e soddisfacente”. Solo dopo il suo eventuale fallimento, si potrà affermare “abbiamo fatto tutto il possibile per risolvere la questione in modo pacifico”.
Gli osservatori elettorali internazionali hanno affermato che le elezioni mancano di sufficiente trasparenza per essere considerate veramente corrette. A Kampala, secondo notizie pervenute all’Agenzia Fides, non si sono verificati incidenti di rilievo ma la situazione rimane tesa. (23/2/2016 Agenzia Fides)
Uganda – «No a violenze. Le opposizioni facciano ricorso in tribunale»
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