Le sessantasette persone arrestate qualche giorno fa a Kampala, Uganda, in un bar popolare per la comunità LGBT sono state accusate di “disturbo pubblico” e mantenute agli arresti.
Secondo l’Organizzazione ugandese per i Diritti Umani, non c’è dubbio che accusando queste 67 persone, le autorità vogliano intimidire e spaventare le persone LGBT. I 61 uomini e le sei donne sono stati arrestati domenica al Ram Bar di Kampala, un luogo ben noto della comunità gay. Altre 58 persone erano state arrestate nello stesso momento ma poi sono state rilasciate.
La polizia dice di non essere mai stata a conoscenza di una festa LGBT quella notte e sostiene di essere semplicemente intervenuta per trovare consumatori e spacciatori di oppio, ma l’argomentazione non convince gli avvocati degli imputati anche perché le persone omosessuali sono regolarmente molestate, intimidite e addirittura abusate in Uganda.
Gli attacchi contro gli omosessuali sono aumentati nelle ultime settimane, in particolare dopo che il Ministro dell’Etica dell’Uganda, Simon Lokodo, a inizio ottobre ha chiesto un inasprimento della legge contro la comunità LGBT, chiedendo la pena di morte come punizione.
La rivista Africa pubblicò un reportage sulla repressione degli omossessuali in Uganda, per approfondire: www.africarivista.it/numero-3-maggio-giugno-2016/105339/