Un’indagine delle Nazioni Unite riguardante il suo programma per i rifugiati, che è stato largamente apprezzato a livello internazionale per la capacità di intervento, ha rivelato che numerosi casi di negligenza e corruzione hanno causato la perdita di milioni di dollari di aiuti.
Come riporta l’agenzia Reuters, il report del Office of Internal Oversight Services (OIOS), coprendo un periodo di 18 mesi partito nel 2016, ha scoperto come grosse somme di denaro sarebbero andate sprecate in fatture gonfiate per beni e servizi, frodi, inadempienza e casi di corruzione dei dipendenti e delle autorità ugandesi.
Intervistato dalla BBC il Country Director di Unhcr in Uganda Joel Boutroue, ha escludo che i soldi destinati agli aiuti siano stati per pagamenti in eccesso: “La nostra sede centrale, assieme ai nostri avvocati, stanno eliminando almeno 20mila fatture non dovute emerse nel rapporto. Non abbiamo pagato troppo. Stiamo rinegoziando quello che dobbiamo ancora pagare ai fornitori di servizi. La verità è che è stato fatto poco controllo”.
Fino a poco tempo fa l’Uganda è stato lodato per le sue politiche sull’immigrazione e l’accoglienza dei rifugiati provenienti dal Sud Sudan e dalla Repubblica democratica del Congo. È stato descritto come uno dei migliori paesi al mondo per i rifugiati. Secondo le stime ne ha accolti quasi un milione e mezzo, offrendo loro sovvenzioni, piccoli loti di terra, servizi sanitari e libertà di movimento.
Ma già in febbraio è emerso il primo scandalo che ha riguardato alcuni ufficiali governativi accusati di aver gonfiato il numero dei rifugiati per ricevere maggiori aiuti.