Le spumeggianti acque del Nilo Vittoria, con le sue rapide mozzafiato, attraggono da ogni parte del mondo migliaia di appassionati di rafting e kayak… Che danno lavoro a centinaia di giovani ugandesi
di Edward Museru
«Si rimane intimoriti e senza parole di fronte alle acque irruenti che scrosciano con fragore immenso». Così nel 1862 l’esploratore inglese John Hanning Speke, in viaggio nel cuore dell’Africa alla ricerca delle mitiche sorgenti del Nilo, descriveva sul suo taccuino il grande fiume nel punto esatto in cui si staccava dal Lago Vittoria per iniziare il suo lungo percorso verso nord.
Un secolo e mezzo dopo, il Nilo in Uganda ruggisce ancora e regala uno spettacolo maestoso che lascia senza fiato. All’altezza del villaggio di Bujagali, la furia della corrente crea vortici e cascate che percuotono le rocce alzando nuvole di spuma bianca. Le acque spumeggiano come impazzite fino a spezzarsi in mille frammenti luccicanti. I ragazzini del posto sfidano il furore delle cateratte: a turno scivolano nel fiume con una tanica vuota sotto la pancia e si fanno inghiottire dalle acque gorgoglianti per poi riaffiorare, stremati e boccheggianti, davanti ai turisti stranieri che scattano foto e gettano monete in segno di apprezzamento.
Onde selvagge
Il primo a credere nel business di queste acque è stato un sudafricano col fiuto per gli affari, Jon Dahl, grande appassionato di sport fluviale, esperto conducente di gommoni e canoe. Nel 1996 decise di stabilirsi in riva al fiume, non lontano da Bujagali, dove aprì un piccolo campeggio e cominciò ad accompagnare i turisti lungo le rapide. Oggi la sua società, la Nile River Explorers, è la più importante delle compagnie di rafting e kayak che operano in Uganda.
«La concorrenza non manca e cresce parallelamente all’afflusso dei visitatori», spiega. Ogni anno migliaia di appassionati giungono qui da ogni parte del mondo per avventurarsi lungo l’impressionante successione di cascate di quinto grado che iniziano dopo la città di Jinja e proseguono per una cinquantina di chilometri.
Il Nilo Vittoria è diventato il paradiso africano degli sport fluviali. Le sue acque, fresche ma non gelide, creano una varietà incredibile di onde, grandi e piccole. «Chiunque può scoprire qui l’ebbrezza di una discesa tra i flutti», assicura Jon. La morfologia del corso d’acqua offre percorsi mozzafiato in particolare agli amanti del Wave Kayak Freestyle, nuova disciplina con aspirazioni olimpiche che unisce le evoluzioni dello skateboard e del surf.
Piccoli campioni crescono
I più arditi si spingono ad affrontare la tremenda muraglia d’acqua chiamata “Silverback” o “Nile Special”: la rapida più pericolosa del Nilo, una sorta di frullatore impazzito capace di triturare qualsiasi imbarcazione. Nemmeno la recente costruzione della diga di Bujagali Falls, voluta dalle autorità ugandesi per produrre energia idroelettrica, ne ha affievolito la potenza. La grande muraglia di cemento ha avuto il solo effetto di stabilizzare il flusso della portata del fiume, che qui scorre alla media di 1200 metri cubi d’acqua al secondo. È questa incredibile energia naturale che alimenta l’industria locale del turismo. Gli stranieri appassionati di sport acquatici spendono soldi per dormire, per mangiare, per farsi guidare lungo il Nilo.
Se è vero che la gran parte delle compagnie è gestita da imprenditori stranieri (soprattutto americani, europei e australiani), è altrettanto vero che il settore dà lavoro a centinaia di giovani locali ingaggiati come inservienti, camerieri, guardiani, cuochi e… guide fluviali. Pare che alcuni ragazzi del posto abbiano la stoffa per diventare canoisti professionisti. Ma l’equipaggiamento, si sa, costa molto (fino a mille dollari per un kayak) e qui mancano spesso i soldi per mettere assieme il pranzo con la cena. Se mai vi capiterà di avventurarvi tra le rapide di Bujagali, non mancate di lasciare un’offerta ai giovani ugandesi che stanno tentando di aprire la loro associazione sportiva: potreste essere tra gli sponsor di futuri campioni.