Un centro di ricerca e sviluppo al fianco dei migranti

di claudia

di Valentina GeraciCentro studi AMIStaDeS

“Make your voice hard” è lo slogan che impegna le ricerche del Centre for Local Development and Diaspora (Cldd), organizzazione svedese che lavora sulle scelte volontarie di tanti migranti di rientrare a casa, impegnandosi a supportare il ruolo della diaspora come agente di cambiamento nei processi di sviluppo globale. Nei giorni scorsi si sono svolte tre giornate a Roma per conoscere la realtà locale e confrontarsi con organizzazioni ed enti della società civile e con persone e associazioni con background migratorio.

A Roma si parte da momenti di scambio in presenza e da interessanti confronti come occasione per raccogliere le numerose testimonianze di cittadini con background migratorio in Italia in occasione della visita del Center for Local Development and Diaspora, nato nel 2004 in Bosnia-Erzegovina per aiutare i rifugiati a rientrare e oggi impegnato su due temi interconnessi: il ritorno volontario di tanti migranti nel loro Paese d’origine e il lavoro della diaspora nei processi di cooperazione globale.

Con sedi oggi anche in Iraq, Somaliland e Svezia, il Centro si occupa infatti di fornire informazioni, consigli e spiegazioni per le persone che hanno deciso di tornare volontariamente nel loro Paese d’origine, cercando di costruire un buon networking e offrire loro un’assistenza anche sul fronte operativo (business plan, documentazione, corsi di formazione).

“Sosteniamo anche gli individui nello sviluppo e nell’attuazione dei loro progetti di ritorno volontario, creando canali di collegamento con la diaspora e con altri connazionali sparsi nel mondo. Cerchiamo di offrire connessioni anche con le autorità locali competenti e con quelle della diaspora, la vera protagonista nelle politiche di cooperazione internazionale”, dichiara Emina Krzovic Butler, Segretaria generale del Centro. Oltre alla sua presenza, anche Abdullahi Mohamed, coordinatore basato in Svezia, e Sameh Belhaj Ali, coordinatrice del Nord Africa che lavora in Tunisia, hanno fatto tappa a Roma fermandosi tra il 24 e il 26 aprile.

La tre giorni è stata scandita da diversi appuntamenti tra organizzazioni non governative, rappresentanti del mondo accademico, cittadini e associazioni migranti. Tra queste, incontri con alcune associazioni della diaspora senegalese in Italia e con il Centro di coordinamento dei senegalesi in Toscana. Sono state incontrate anche associazioni della diaspora somala e un centro culturale tunisino, oltre a organizzazioni come Focsiv, l’associazione Le Réseau, ItaliaHello e l’Associazione Internazionale per la Cooperazione e l’Educazione nel mondo.

L’obiettivo principale della missione del CLDD in Italia è stato anche quello di promuovere l’indagine sul ritorno volontario e sul protagonismo della diaspora che sta impegnando il centro nel corso degli ultimi mesi, e che oggi rappresenta il punto cardine per le prossime azioni.

Se siamo abituati a sentire della migrazione in termini di emergenza e invasione o se scorrendo tra i nostri media vediamo solo imbarcazioni di fortuna percorrere il Mediterraneo, pochi ricordano che la storia della migrazione è la storia dell’uomo, una storia che parte da molto lontano. Le persone migrano per varie ragioni. La migrazione esiste dall’inizio della società e della civiltà. Le persone migrano verso altri Paesi, alcune ritornano, la maggior parte di loro cerca di mantenere con il Paese d’origine dei contatti, lavorando attivamente per contribuire allo sviluppo della propria terra.

Eppure, dei processi di ritorno volontario e del contributo delle diaspore allo sviluppo della società nei rispettivi paesi da cui provengono si sa ancora molto poco. Processi di tale portata sembrano ancora incompleti o privi di orientamento, rischiando di evolversi in fallimenti e per questo non riflettono certo il vero quadro delle esigenze dei migranti.

La diffusione dell’indagine del CLDD in vari Paesi dell’Ue, in Canada e ovunque le diaspore si muovano nel mondo permetterà di avere dati maggiormente precisi per mostrare le reali esigenze e gli ostacoli che vivono tanti cittadini lontani dal loro Paese o quelli vissuti nel loro al momento del rientro. Su questi risultati sarà quindi possibile lavorare, rielaborando azioni ad hoc per facilitare i rispettivi processi di reintegrazione socioeconomica.

Oltre all’Italia, una delegazione del CLDD farà presto visita in Bosnia-Erzegovina per incontrare i membri delle organizzazioni migranti e i coordinatori presenti in Bosnia, Tunisia, Regno Unito. I risultati di questo lavoro di ricerca saranno resi pubblici a fine 2023.

Qualunque cittadino/a con background migratorio può ancora partecipare alla ricerca. Il sondaggio, anonimo, si rivolge a persone che, per vari motivi, hanno lasciato il proprio Paese e sono emigrate in un altro.

L’obiettivo della ricerca è quello di approfondire la situazione di ciascuna persona e della sua comunità tanto nel Paese d’accoglienza quanto nel Paese d’origine. I risultati raccolti permetteranno di ottenere una panoramica maggiormente precisa delle difficoltà nei rispettivi progetti di ritorno volontario e rispetto alla mancanza di informazioni e assistenza in entrambi i Paesi.

Sarà possibile anche approfondire il rapporto della diaspora con il Paese d’origine, indagando sui canali di scambi, sugli ostacoli e sulle percezioni del loro operato tra le diverse realtà.

Con questi risultati, raccolti e pubblicati a fine anno, sarà possibile programmare azioni concrete di supporto per i cittadini con passato migratorio interessati a rientrare sia per le diaspore e il loro prezioso lavoro nel mondo della cooperazione internazionale.

Per partecipare alla ricerca:

https://www.netigate.se/ra/s.aspx?s=1114802X368645394X35454

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