Non sarà un Eid al-Adha come gli altri, almeno non per tutti. La festa del sacrificio che si festeggia oggi nei Paesi musulmani verrà celebrata quasi dappertutto tra le preoccupazioni per i contagi da covid-19. L’Eid al-Adha ricorda la fedeltà del profeta Abramo a Dio dopo essere stato messo alla prova con la richiesta di sacrificare suo figlio. La festa segna anche la fine del pellegrinaggio annuale dell’Hajj.
In circostanze normali, i musulmani visitano le moschee e organizzano grandi raduni comunitari nei tre giorni di celebrazioni. Quest’anno però due Paesi hanno vietato le preghiere per l’Eid al-Adha nel timore della diffusione del nuovo coronavirus. Le autorità di Mauritania e Marocco hanno infatti deciso che le preghiere non si terranno come misura precauzionale per arginare la diffusione del covid-19.
L’Egitto terrà invece preghiere con misure precauzionali, inclusa la limitazione del tempo di preghiera e la predicazione in cortili aperti. In Senegal, uno dei Paesi in cui i contagi stanno riprendendo più velocemente, le autorità hanno sconsigliato alle persone di spostarsi da una parte all’altra del Paese per riunirsi in famiglia, nel timore che questa festività possa diventare vettore di contagio. Le preghiere si dovrebbero tenere in Algeria, Libia e Gibuti. Somalia e Sudan devono ancora annunciare la loro decisione di celebrare le preghiere di Eid.
Durante le feste per l’Eid al-Adha solitamente un montone viene sacrificato per celebrare l’occasione e viene condiviso con la comunità. I musulmani si ritrovano per preghiere di gruppo indossando gli abiti più belli.