Contro la tendenza registrata negli ultimi anni in Camerun, dove la ricca e varia cucina tradizionale sta lentamente lasciando il posto a quella occidentale, è in corso in questi giorni nei pressi di Douala, il primo Festival di cucina della Diaspora. Parte dell’iniziativa, oltre a promuovere cibi e sapori africani a livello internazionale, è finalizzata a difendere e promuovere le antiche tradizioni culinarie del Camerun.
Ci sono tradizioni che rischiano di scomparire se non si offre loro la giusta attenzione. Gli chef del Camerun, con il supporto di quelli afroamericani, riporta africanews, si sono uniti per mettere in piedi il primo festival di cucina della diaspora, il Diaspora Kitchen, gestito da Generations Partners of Progress (GPP). “Siamo gli ambasciatori di questa cucina, di certi piatti che tendono a scomparire: uno di questi, ad esempio, sono le foglie di foléré, sconosciute ai più tranne che nelle regioni del nord. Quindi oggi siamo invitati a mettere in mostra questi piatti che rischiano di scomparire” ha spiegato lo chef Armand Ewodo ad africanews.
Come spiegano gli organizzatori, il festival mira a codificare la gastronomia camerunese e formare professionisti locali che lavorano in hotel e ristoranti insegnando loro piatti tradizionali da presentare al pubblico, in modo da mantenere il patrimonio culinario del Paese sempre viva. Durante il Festival ci saranno delle sessioni di degustazione di più piatti tradizionali.
Per favorire la diffusione internazionale dei piatti della tradizione, l’iniziativa è incentrata anche su un processo per rendere in alcuni casi le ricette più attraenti e applicabili anche all’estero, in caso si indisponibilità di ingredienti o di sapori specifici.
La cucina camerunese è una delle più varie del continente e si diversifica molto a zona in zona. Tra i piatti più celebri ricordiamo: il fufu e njama njama (foglie di mirtillo rosso), Sangah (una miscela di mais, foglie di manioca e succo di noce di palma), Zuppa di Mbanga e kwacoco, Ndolé (uno stufato piccante contenente foglie amare, carne, gamberi, maiale e pasta di arachidi), Koki, (costituito principalmente da piselli dall’occhio nero e olio di palma rosso.
L’iniziativa è solo la prima del suo genere rivolta alla cucina camerunese, ma l’ente promotore, Generations Partners of Progress (GPP), ha intenzione di riproporlo a promozione di altre cucine tradizionali del continente.