Un podcast porta alla luce “la voce” delle lotte di liberazione dell’Africa meridionale

di claudia

Negli ultimi anni diversi Paesi africani hanno fatto richiesta di restituzione di beni, oggetti, opere d’arte sottratte durante il periodo coloniale. Un movimento di riappropriazione della propria storia e identità. Su questo filone è uscito da poco una nuova serie di podcast, realizzati attraverso del materiale sonoro depositato in un archivio svizzero, che intende “restituire virtualmente” le storie, le voci, le testimonianze e i suoni di quanto accaduto durante le lotte di liberazione di Paesi come Sudafrica, Mozambico, Namibia, Angola e Zimbabwe.

Una forma di “restituzione virtuale” delle storie, dei fatti accaduti durante i movimenti di liberazione dal colonialismo è l’obiettivo di una nuova serie di podcast uscita di recente: Echoes of Southern African Independence Struggles e disponibile sulle principali piattaforme. Al centro del progetto, guidato dalla storica svizzera Melanie Boehi, ci sono archivi sonori con materiale registrato che testimoniano quanto accaduto durante le lotte di liberazione tra gli anni Sessanta e gli anni Novanta in Paesi dell’Africa meridionale come Sudafrica, Mozambico, Namibia, Angola e Zimbabwe. Lo riporta il media The Conversation.

Se su questi fatti storici tanto è stato prodotto in termini di scrittura, è la prima volta che viene messo a punto un prodotto audio che veicola un archivio grazie al quale si possono ascoltare testimonianze storiche. A parlare non sono soltanto le voci dei potenti e dei personaggi storici, ma anche le persone comuni, operando un ribaltamento del punto di vista con cui di solito è stata raccontata la storia africana. Ci sono le voci delle donne, per esempio, di solito escluse dalla documentazione e custodite dalla Collezione Ruth Weiss.

L’archivio sonoro è stato depositato presso il Basler Afrika Bibliographien a Basilea e negli archivi della Radio Télévision Suisse. La presenza di questi archivi in Svizzera, spiega The Conversation, si deve al fatto che i movimenti di liberazione provenienti dai vari Paesi africani impegnati nelle lotte erano delle organizzazioni sparse in vari luoghi, decentrate così riuscire a superare i divieti.

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