Tour del Corno d’Africa per Emmanuel Macron. Prima tappa per il presidente francese a Gibuti, da dove proseguirà la sua visita in Etiopia e Kenya, fino al 13 marzo. L’insolito giro in un’area che va al di là delle ex colonie francesi punta a radicare la presenza di Parigi fuori dalla sua storica zona di influenza, anche – e forse soprattutto – per arginare la Cina che nel Corno d’Africa la fa ormai da padrone in buona parte delle grandi opere strutturali previste o già in costruzioni. A Gibuti Macron ovviamente visiterà la base militare francese, nella quale è dispiegato il piu’ numeroso contingente di soldati all’estero, con 1400 uomini. Gibuti è un territorio fortemente strategico per le grandi potenze occidentali, presenti con basi militari di Italia, Germania, Stati Uniti, Giappone e di recente anche della Cina.
Parigi non ha nascosto nulla sui motivi di questa visita. «Andiamo in Africa dell’est – si legge in una nota del ministero degli Esteri – anche perché è una regione piuttosto concorrenziale, in particolare con la Cina. Arriviamo con un progetto diverso, più positivo, forse un po’ meno puramente mercantile», precisa ancora un comunicato dell’Eliseo.
Dopo Gibuti, il 12 marzo Macron arriverà in Etiopia, visita che è una sorta di “restituzione” della visita del premier Abiy Ahmed a Parigi. Macron cenerà al palazzo presidenziale con Sahle Work Zewde, ex ambasciatrice in Francia, eletta capo dello Stato lo scorso ottobre. In Etiopia verrà firmato un accordo bilaterale di difesa, mentre otto dirigenti di grandi aziende francesi allacceranno contatti con gli operatori economici locali.
Il Kenya sarà l’ultima tappa del tour regionale di Macron, primo presidente francese a visitare il Paese. L’ambiente sarà il tema centrale della visita di Stato di Macron, che parlerà di città sostenibile durante un sopralluogo alla stazione centrale di Nairobi e copresiederà con il suo omologo Uhuru Kenyatta lo “One Planet Summit”.
A margine del vertice sul clima e l’ambiente, Macron dovrebbe incontrare il neopresidente della Repubblica democratica del Congo, Félix Tshisekedi, per cercare di normalizzare le relazioni bilaterali dopo le critiche di Parigi sull’esito delle ultime votazioni congolesi.
Un tour diplomatico anomalo, dunque, ma che conferma che la Francia in Africa non intende perdere colpi anche di fronte alla grande concorrenza di questi tempi.