Un uomo è gli uomini, di Marco Lorenzetti

di AFRICA
Un uomo è gli uomini, di Marco Lorenzetti

Da chi ha calpestato i suoli d’Africa come volontario, com’è il caso di questo autore, agronomo, ci si aspettano saggi, diari, riflessioni, epistolari… Più raro è che esca un vero e proprio romanzo come questo. Che oltretutto è di una certa complessità (storie parallele ma tenute assieme dall’unità di tempo e di luogo, più un flashback), con sfumature di giallo, steso con piglio di scrittore (l’autore è stato un buon allievo della Scuola di scrittura creativa “Itaca” di Roberto Pazzi a Ferrara) e con un finale (abbastanza) aperto.

In un villaggio keniano (la toponomastica del libro è di fantasia) – dove le piogge non sono mai troppe ma la gente non si sente “povera” – «il vento del cambiamento soffiava in quei giorni». È tornato dall’estero un compaesano che ha raggiunto una condizione economica nettamente più elevata e che dice di voler mettere a servizio della comunità le sue conoscenze e possibilità per un netto incremento della produzione agricola. Purché lo si lasci fare… Riesce a guadagnarsi facilmente la fiducia della locale “corte”, sorta di giunta deputata a sbrigare le questioni più immediate del villaggio. Ma le donne, che si ritrovano ben presto sbarrata la via più breve per raggiungere il pozzo, cominciano subito a sollevare il problema di quel progetto di sviluppo. Riusciranno ad averla vinta? E il giovane maestro vedovo come potrà risarcire alla Chiesa del Massimo Miracolo il prestito che essa gli ha fatto per pagare la dote? E a chi distribuire gli aiuti della Croce rossa che un deputato ha sollecitato in chiave elettorale?…

Lorenzetti mette in bocca ai suoi personaggi, spesso con arguzia, quel che ha imparato dai suoi soggiorni in Africa, traendone una storia gustosa, facendo satira sociale, sottolineando le virtù dell’Africa più genuina, facendo delle donne la forza più innovativa. E, last but not the least, ha chiesto la postfazione ad Alberto Salza, che, da antropologo senza peli sulla lingua e da gran frequentatore del continente, non si limita a elogiare, come da prassi, il romanzo, ma in parte ne “discute” l’approccio. Lo fa anche rifacendosi al celebre e «feroce» testo di Binyavanga Wainaina Come scrivere d’Africa. Ma soprattutto, dalla farina del proprio sacco l’antropologo trae una frase come questa: «Occorre però superare un paradigma che è divenuto pregiudizio indimostrato: le comunità dei piccoli villaggi sarebbero autosufficienti se lasciate a sé stesse». Frase che poi giustifica brevemente ma circostanziatamente (con l’esempio, negativo, dei gacaca ruandesi e altro).

Europa Edizioni, 2016, pp. 219, € 14,90

(Pier Maria Mazzola)Un uomo è gli uomini, di Marco Lorenzetti

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