Una base militare cinese aprirà a Gibuti?

di Enrico Casale
Africa e Cina

militari cinesiIn questi giorni un alto ufficiale militare cinese è in visita a Gibuti. Ufficialmente sta ispezionato una nave da guerra cinese che partecipa ai pattugliamenti anti-pirateria nello stretto di Aden, in realtà è molto probabile che stia trattando con le autorità locali l’affitto di una base militare. Già a maggio, secondo i media francesi, il Presidente gibutino, Ismail Omar Guelleh aveva avviato trattative con la Cina per la concessione di una base. In una dichiarazione pubblica si era spinto ad affermare che la presenza di Pechino sarebbe stata benvenuta nella ex colonia francese, che confina con la Somalia, Eritrea ed Etiopia. Allora il Governo cinese non aveva né confermato né negato la notizia.

Recentemente, Pechino ha smentito di voler creare basi militari all’estero. Nel 2009, i funzionari cinesi avevano preso le distanze dai commenti dell’allora contrammiraglio Wu Shengli, che aveva auspicato la creazione di basi di rifornimento della Marina all’estero, soprattutto nell’Oceano Indiano dove dal 2008 navi cinesi sono impegnate nelle operazioni antipirateria nel Golfo di Aden e nell’Oceano Indiano. Ora, però, Wu è il capo di Stato maggiore della marina cinese. Così la visita del generale Fang Fenghui a Gibuti, accompagnato dal vice comandante delle forze aeree cinese, generale Zhang Jianping, fa sorgere qualche dubbio sulle reali intenzioni della Cina.

Gibuti ospita già alcune basi militari straniere. Tradizionalmente la Francia mantiene un grande contingente di forze nella sua ex colonia. Per decenni era la Legione straniera a rappresentare Parigi nel piccolo Paese del Corno d’Africa. Dal 2011, la 13 e demi-brigade de Légion étrangère è stata trasferita negli Emirati arabi uniti e a Gibuti si sono stabiliti alcuni reparti delle forze speciali transalpine. Gli Stati Uniti invece hanno una grande base a Camp Lemmonier. Da qui partono i droni in missione di osservazione e spionaggio sulla Somalia e sullo Yemen. Da qui partono anche operazioni delle forze speciali Usa in Somalia.

Oltre al Giappone, poi, anche l’Italia ha una propria base. Si estende su una superficie di 5 ettari in pieno deserto a 7 chilometri dal confine con la Somalia e a poca distanza dall’aeroporto internazionale utilizzato anche dai militari statunitensi della base di Camp Lemmonier. Quella italiana, è una base logistica che serve come appoggio alle operazioni contro la pirateria e come campo di addestramento per le forze gibutine e somale.

A queste basi ora potrebbe aggiungersi quella cinese. Un ulteriore entrata per Gibuti, una nazione poverissima che sta sfruttando al massimo l’unica vera risorsa a sua disposizione: la posizione strategica tra lo Stretto di Aden e il Mar Rosso.

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