Forte del successo di Black Panther, la Walt Disney (del cui gruppo Marvel fa parte) ha annunciato la produzione di un film con protagonista una principessa africana: Sadé. Dotata di un carattere determinato, dovrà imparare a dominare i propri poteri magici per difendere il suo regno dalla minaccia di potenze malefiche. Il progetto, con una sceneggiatura a doppie mani del nigeriano Ola Shokunbi e dell’americana Lindsey Reed Palmer, non ha ancora un regista.
Già nel 2009 Disney aveva creato per La principessa e il ranocchio una principessa black, Tiana, scatenando le ire di alcuni giornalisti afroamericani. Da Fantasia in poi, la Walt Disney è stata spesso accusata di razzismo: dalla comunità araba a quella degli afroamericani e dei latinoamericani fino ai polinesiani, che non hanno gradito l’iconografia di Maui, rappresentato in Oceania come “mezzo ippopotamo e mezzo maiale”.
Alle accuse di razzismo si aggiungono quelle riguardo agli stereotipi di genere veicolati dalle famigerate principesse che, come sostiene una ricerca condotta dalla professoressa Sarah M. Coyne, docente alla Brigham Young University, e pubblicata sulla rivista Child Development, potrebbero danneggiare la crescita delle bambine.
«Sappiamo che le ragazze che aderiscono agli stereotipi di genere sentono di non poter fare certe cose – ha dichiarato la professoressa –. Non hanno sufficiente autostima, per esempio in matematica e scienze. Sono meno propense a sperimentare durante i giochi, preferiscono stare composte».
Inoltre «le principesse – sostiene ancora la Coyne – sono la prima esposizione al modello di corpo magro che poi perseguita molte donne per tutta la vita. Il danno comincia proprio all’età dei cartoni animati, ad appena tre o quattro anni».
Per fortuna non esiste solo la Disney, e in attesa di conoscere Sadé potremmo scoprire altre eroine. come Lyiana o altri personaggi delle sempre più creative animazioni africane (http://africandigitalart.com/category/posts/animation).
(Simona Cella)