di Claudia Volonterio
Le origini dell’uncinetto sono molto antiche e sono state trovate testimonianze di questa lavorazione tessile in diversi luoghi della terra, Africa compresa. Nel continente tra i più celebri c’è il cosiddetto “punto tunisino”, una tecnica tradizionale del Paese. Oggi i giovani designer lo stanno riscoprendo rendendolo moderno ed ecosostenibile. Un esempio virtuoso tra stile e tecnica è il marchio sudafricano di prodotti come calzature e cappelli realizzati all’uncinetto “Mama Kea“
La lavorazione all’uncinetto, strumento utilizzato nel tessile per realizzare accessori e vestiti secondo una tecnica di punti e calcoli, è antica e le sue tracce si trovano in tutto il mondo. In Africa quelle più antiche riguardano la cultura egizia. Oggi è tornato in voga il cosiddetto “punto tunisino”, una lavorazione che utilizza uncinetti differenti, lunghi 30 cm. In Tunisia, detta anche la terra dei tappeti, è diffusa questa tecnica che riesce a creare un punto ed è già una tessitura a tappeto. Oggi la tecnica dell’uncinetto tunisino ha riacquistato nuovamente popolarità, anche per borse e accessori.
In Sudafrica giovani designer stanno portando la lavorazione all’uncinetto verso nuovi orizzonti di stile e sostenibilità. La storia di Mama Kea è un esempio. Dietro il marchio c’è il talento del sudafricano Sicelo Mabuza, alla guida del brand che ha sede a Johannesburg. Ma il successo di Mama Kea si basa su più talenti. Tutto è iniziato quando i fondatori hanno collaborato con due donne anziane, Irene Mabitsela ed Emma Mavimbela, che hanno incontrato vendendo berretti all’uncinetto alla Fiera delle arti e dell’artigianato di Soweto nel 2015.
“Volevamo abbinare le loro complesse tecniche di cucitura a mano con le nostre idee imprenditoriali creative. Da giovani sapevamo promuovere e commercializzare il prodotto giusto”. Il focus del brand sono le calzature. L’obiettivo a lungo termine è quello di arrivare a realizzare anche le suole solo con materiali riciclati. Il risultato è una miriade colorata di sandali, mocassini, i modelli bassi e alti, con suole ricavate da pneumatici in gomma riciclata; ma anche berretti e cappelli che si ispirano alle culture africane, ai colori organici della natura, al beige e al fulvo del Khoisan e al rosso, verde e giallo del movimento panafricano.
L’obiettivo di Mama Kea è coniugare la sostenibilità ambientale con l’orgoglio africano, un tentativo di valorizzare le tradizioni e l’identità dei paesi africani attraverso il tessile. Il prodotto finale si raggiunge con ore di lavoro e abilità. L’orgoglio maggiore è quello di portare sul mercato un prodotto cento per cento made in Africa. I loro clienti adorano questa innovazione. “Apprezzano l’artigianato e sono orgogliosi che sia un prodotto africano, riporta la stampa locale.