La notizia è ormai nota, il parlamento ungherese ha adottato una serie di emendamenti che consentiranno la detenzione automatica dei richiedenti asilo per tutta la durata dell’esame della loro domanda d’asilo. Detta in modo più crudo queste leggi prevedono l’imprigionamento di persone tra le più vulnerabili al mondo, anche per mesi. Riguardano anche i bambini, in clamorosa violazione del diritto internazionale e delle norme europee, e permetteranno rinvii forzati in Serbia in assenza di una procedura equa.
Purtroppo queste misure sono solo l’ultimo capitolo di una serie di misure aggressive adottate dall’Ungheria contro i migranti e i richiedenti asilo. Le misure sono clamorose, ma è anche clamoroso che finora l’Unione Europea non abbia preso posizione mostrando all’Ungheria che un paese che adotta queste procedure non può stare nell’Unione Europea. La minaccia di avvio di una procedura di espulsione dovrebbe essere sufficiente a portare a più miti consiglio Orban.
Sì, perché l’eventuale uscita dell’Ungheria dall’UE farebbe male solo al’Ungheria stessa che, fuori dall’Europa, tornerebbe ad essere, dal punto di vista economico, quel paese che era quando caddero i muri. Un Europa senza l’Ungheria invece non soffrirebbe per nulla. Perchè allora Bruxelles non fa almeno la voce grossa? Si tratta di diritti umani, un tema fondante dell’Europa. Che l’Europa si faccia sentire…
(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)