Vacanze in Italia per i bambini saharawi

di claudia

Anche quest’anno bambine e bambini saharawi saranno accolti in Italia nell’ambito del Progetto “Piccoli Ambasciatori di pace Saharawi”. A comunicarlo sono la Rete Saharawi ODV e gli enti del movimento solidale italiano con il popolo saharawi. 

A ospitare 125 piccoli saharawi, si legge in una nota, saranno “le associazioni e gli enti che da anni seguono attivamente l’applicazione del diritto internazionale e la difesa dei diritti umani nel Sahara Occidentale”.

I minori, insieme ai loro accompagnatori, potranno godersi una vacanza lontani dal caldo torrido del deserto di Tindouf, nel territorio algerino (vedi mappa sotto), che in questo periodo supera i 45/50 gradi. Nel programma di accoglienza, concordato con le associazioni e gli Enti Locali, sono previsti incontri istituzionali.

La comunità solidale italiana ed europea – prosegue la nota – è da decenni impegnata in questo progetto umanitario dei Piccoli Ambasciatori di Pace, organizzando attività sociali e ricreative in collaborazione con le Istituzioni. In accordo con le famiglie sahrawi, si dà la possibilità per i bambini con specifici problemi sanitari di effettuare visite specialistiche

La Rete Saharawi ODV e gli enti locali coinvolti – si legge – coordinano ogni passaggio burocratico e di sicurezza in stretta collaborazione con il Fronte del Polisario, il Ministero degli Esteri Italiano e le Autorità competenti della Repubblica algerina. 

Ex colonia spagnola, il Sahara occidentale è oggi un territorio conteso, il cui status internazionale deve ancora essere definito. Dopo il ritiro spagnolo, nel 1975 il Marocco ha occupato larga parte di questo territorio, una parte della popolazione ha trovato rifugio nel sud dell’Algeria, dove sono stati allestiti campi profughi, come quello di Tindouf. Oggi Rabat rivendica la sovranità sul Sahara Occidentale in contrapposizione al Fronte Polisario che invece lotta per l’autodeterminazione. L’Onu, pur presente, non è riuscita finora a imporre una soluzione che dovrebbe prevedere un referendum che sancisca l’indipendenza, come richiedono da decenni i Saharawi, oppure la sovranità marocchina sul territorio.

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