L’Organizzazione mondiale della sanità ha approvato il primo vaccino mondiale contro il virus ebola: si tratta del farmaco Ervebo, prodotto dalla casa farmaceutica Merck, che fino ad ora era utilizzato in fase sperimentale nella Repubblica democratica del Congo. Secondo l’Oms ci sono prove sufficienti che funzioni.
Il via libera vale anche per l’Europa: a deciderlo è stato il comitato per i medicinali per uso umano dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema), che ha raccomandato l’autorizzazione all’immissione condizionata in commercio nell’Ue per Ervebo, il primo vaccino per soggetti di età pari o superiore a 18 anni a rischio di infezione. Un fatto, questo, di non scarsa importanza, dal momento che l’Ue non aveva mai approvato o dato l’autorizzazione per il commercio a un vaccino contro il virus dell’ebola.
Il vaccino per combattere il micidiale virus è stato approvato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Il farmaco, prodotto da Merck, era stato finora utilizzato nella Repubblica democratica del Congo come vaccino sperimentale nel corso dell’ultima, e attuale, epidemia nel Nord del Paese. L’annuncio fa seguito alla decisione della Commissione europea di lunedì scorso, 11 novembre, di autorizzare la commercializzazione di questo vaccino anche nell’Ue, appunto.
Le prove raccolte hanno convinto i regolatori che il vaccino è sicuro ed efficace. Sarà disponibile sul mercato a partire dalla metà del 2020. Ervebo diventa così il primo farmaco al mondo finalizzato alla prevenzione dell’ebola.
Il preparato vaccinale era in sperimentazione in Repubblica democratica del Congo dall’agosto 2018, quando era stata confermata un’epidemia di febbre emorragica. L’uso del vaccino secondo gli esperti avrebbe aiutato a contenere la diffusione del virus nelle regioni nord-orientali. Ora, le varie agenzie delle Nazioni Unite e l’Alleanza globale per le vaccinazioni (Gavi) possono ottenere il vaccino «per i Paesi a rischio».
Dall’inizio dell’epidemia nella Rd Congo, che ha ucciso circa 2190 persone su più di 3290 casi, oltre 236.000 persone sono state vaccinate con il primo vaccino, secondo l’Oms, tra cui 60.000 operatori sanitari.
L’attuale epidemia, la più grave delle dieci verificatesi nel Paese dal 1976 ad oggi, è scoppiata nell’agosto del 2018, e nello scorso luglio l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato lo stato di «emergenza di salute pubblica di livello internazionale». L’epidemia più grave in assoluto provocata dal virus è quella che ha colpito l’intera Africa occidentale (soprattutto Liberia, Guinea e Sierra Leone) dal 2014 al 2016, con oltre 28.000 casi registrati e circa 11.300 decessi.
Un secondo vaccino, ancora sperimentale e sviluppato da Johnson & Johnson, da somministrarsi in due dosi a distanza di 56 giorni l’una dall’altra, sarà introdotto a breve nelle aree in cui il virus è assente.