Il solo difetto è la mancanza di chiare determinazioni temporali. Incrociando gli indizi, siamo nel 2006; fortunatamente la vicenda dei night commuters – le fiumane di bambini acioli che ogni sera venivano dai villaggi a Gulu, per passar la notte in città e così sfuggire all’Esercito di resistenza del Signore – è oggi conclusa (ma… e le ferite?).
L’autore, polacco con l’Africa nel cuore e una scrittura efficace e rispettosa – che dunque non può non rammentarci, e a ragione, Kapuściński –, costruisce come un vero romanzo il suo reportage in Uganda, con puntate in Sudan. Dove i bambini non sono solo dei piccoli indifesi, ma possono essere stati, a loro volta, autori delle peggiori violenze.
Nottetempo, 2014, pp. 437, € 20,00