Vaiolo delle scimmie in Europa, la preoccupazione di Africa Cdc

di claudia
scimmie

di Andrea Spinelli Barrile

Il Centro per il controllo delle malattie infettive africano, Africa Cdc, principale ente sanitario africano, ha esternato la propria preoccupazione di fronte al numero crescente di casi di vaiolo delle scimmie nel Regno unito, Spagna, Portogallo, Canada e Stati uniti. Lo si apprende da un comunicato diffuso alla stampa dall’Africa Cdc, che afferma che durante la pandemia di Covid “diversi focolai” di vaiolo delle scimmie sono stati segnalati e contenuti nel continente africano. Tuttavia questi focolai sono passati sotto silenzio in quanto tutti erano totalmente concentrati sulla pandemia di coronavirus.

Il vicedirettore dell’Africa Cdc Ahmed Ogwell ha aggiunto che “ci aspettiamo anche che scoppino altri focolai, che gestiremo nel solito modo”.

Ogwell ha detto che i vari focolai sono stati osservati nella Repubblica democratica del Congo, in Nigeria (il cui Centro per il controllo delle malattie infettive è stato il primo, l’11 maggio scorso, ad allertare su possibili casi di vaiolo delle scimmie in Europa), in Camerun e nella Repubblica centrafricana. In effetti, l’11 maggio scorso il Centro per il controllo delle malattie della Nigeria ha affermato, nel suo ultimo report, che nel Paese si sono registrati 558 casi e otto decessi in 32 stati della federazione e nel Territorio della Capitale Federale, di vaiolo delle scimmie tra il 2017 e il 2022. Il vaiolo delle scimmie è una malattia infettiva emergente causata dal Monkeypox virus che appartiene al gruppo degli orthopoxvirus. L’annuncio è arrivato dopo che le autorità sanitarie del Regno unito hanno annunciato che un viaggiatore nigeriano è risultato positivo all’infezione.

Il motivo per cui i casi al di fuori del continente sono preoccupanti, ha spiegato Ogwell, è perché la malattia è solitamente comune solo nelle aree della foresta pluviale tropicale, principalmente nelle parti remote dell’Africa centrale e occidentale: le persone prendono il vaiolo delle scimmie dagli animali e la trasmissione da persona a persona non è comune, in quanto richiede uno stretto contatto con fluidi corporei come saliva o pus da lesioni formate a causa dell’infezione: “Sarebbe molto utile condividere le conoscenze su quale sia effettivamente la fonte di questi focolai” ha detto Ogwell.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), la maggior parte delle persone guarisce dal vaiolo delle scimmie in poche settimane, ma la malattia è fatale nel 10% dei casi di infezione. In Europa, il primo caso è stato segnalato dall’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (Ukhsa) il 7 maggio scorso e si ritiene che sia stato importato. Il 14 maggio sono stati identificati altri due casi nel Regno Unito, entrambi nella stessa famiglia, senza una storia recente di viaggi all’estero e nessun contatto con il caso segnalato il 7 maggio. Altri quattro casi sono stati confermati dall’Ukhsa il 16 maggio, anche in questo caso senza una storia di viaggi recenti in aree endemiche e non in contatto con i casi precedentemente segnalati. Inoltre, il 18 maggio, anche il Portogallo ha segnalato cinque casi confermati di vaiolo delle scimmie e più di 20 casi sospetti, e anche la Spagna ha segnalato 8 casi.

Foto di Peggy und Marco Lachmann-Anke da Pixabay

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