di Céline Camoin
Almeno 16 dei 55 Paesi del continente africano hanno già registrato casi di Mpox, chiamato anche vaiolo delle scimmie. L’infezione virale ha ufficialmente colpito 887 persone, di cui cinque casi mortali, nel corso dell’ultima settimana, secondo l’agenzia sanitaria dell’Unione africana, l’Africa Cdc (Centro continentale per il controllo e la prevenzione delle malattie). In Europa, sono almeno un centinaio i casi segnalati.
Un nuovo ceppo di Mpox, rilevato nella Repubblica Democratica del Congo (Rdc) nel settembre 2023 e poi segnalato in diversi Paesi vicini, fa temere una diffusione di questo virus, motivo per il quale l’Africa Cdc dichiarerà “probabilmente” la prossima settimana “un’emergenza sanitaria pubblica”. Ciò consentirà in particolare il rafforzamento dei sistemi sanitari dei Paesi africani, l’eliminazione della malattia e il coinvolgimento della comunità internazionale nella risposta contro questa epidemia, prima che diventi una pandemia, ha precisato il direttore generale dell’Africa Cdc, Jean Kaseya.
La decisione dell’agenzia continentale, che consentirà in particolare di sbloccare fondi, è giunta all’indomani dell’annuncio da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) di una riunione in tempi brevi del comitato di emergenza per valutare se sia necessario decretare il massimo livello di allerta.
L’epidemia di Monkeypox, ribattezzata Mpox dall’Oms, è stata qualificata come emergenza sanitaria globale nel luglio 2022, dopo la sua diffusione in 75 paesi dove abitualmente il virus non circola. L’allerta è stata revocata nel maggio 2023. L’Oms potrebbe pertanto riattivarla, almeno a livello regionale. Il nuovo ceppo di Mpox, denominato “Clade Ib”, fa temere una diffusione di questo virus, che pare sia più trasmissibile dei precedenti. Il “Clade Ib” provoca la comparsa di eruzioni cutanee su tutto il corpo, mentre i ceppi precedenti erano caratterizzati da eruzioni cutanee localizzate e lesioni sulla bocca, sul viso o sui genitali.
In Rdc, il Paese più colpito, sono in corso trattative con il governo giapponese per la consegna di 2.500.000 dosi di vaccini. Al 3 agosto, la Rdc ha registrato più di 14.479 casi confermati e sospetti di Mpox, di cui 455 casi mortali, ovvero una letalità intorno al 3%.
Il vaiolo delle scimmie è un’infezione virale zoonotica causata dal monkeypox virus appartenente alla famiglia Poxviridae, la stessa del vaiolo.
Il “vaiolo delle scimmie” è così chiamato perché l’infezione fu identificata per la prima volta nelle scimmie nel 1958, mentre il primo caso nell’uomo risale al 1970. È endemico nelle regioni della foresta pluviale tropicale dell’Africa centrale e occidentale.
Il primo focolaio al di fuori dell’Africa è stato registrato del 2003 negli Stati Uniti e si trattava di un focolaio legato a un’importazione di mammiferi infetti. Dal 2018 al 2021 sono stati segnalati al di fuori dell’Africa 12 casi di vaiolo delle scimmie associati a viaggi, ricorda il dottor Michele Lagioia, direttore medico sanitario di Humanitas. Nel 2022, per la prima volta, sono stati segnalati negli Stati membri dell’Unione Europea e nel mondo (in paesi non endemici) molti focolai non riconducibili ai viaggi o all’importazione di mammiferi.
Il contagio dall’animale all’uomo avviene tramite contatto fisico con animali infetti, inclusi roditori e primati. La trasmissione dell’infezione da persona a persona si verifica tramite contatto stretto con qualcuno che ha un’eruzione cutanea da vaiolo delle scimmie, mediante il contatto faccia a faccia, pelle a pelle, bocca a bocca o bocca a pelle, compreso il contatto sessuale.
La trasmissione può avvenire anche attraverso il contatto con oggetti contaminati, come vestiti, asciugamani, lenzuola, dispositivi elettronici, superfici. Il virus può diffondersi anche durante la gravidanza dalla madre al feto o dopo il parto con il contatto pelle a pelle.
In genere dopo uno-tre giorni dall’inizio della febbre, si manifesta un’eruzione cutanea. Le lesioni cutanee evolvono in vescicole, pustole e croste. Altri sintomi possono essere mal di testa, brividi, stanchezza, dolori muscolari, mal di schiena, linfonodi ingrossati.