Verso una più stretta cooperazione tra Russia e Africa

di claudia

di Andrea Spinelli Barrile

La perdita di influenza dei Paesi occidentali in Africa e il riorientamento degli Stati del continente verso una più stretta cooperazione con la Russia creano un contesto favorevole per le forze di pace russe nelle missioni delle Nazioni Unite nella regione africana.

Lo ha detto in una lunga intervista all’agenzia russa Tass il presidente dell’Organizzazione pubblica interregionale dei veterani peacekeeper dell’Onu, Yury Vidakas, pubblicata in occasione della Giornata internazionale del peacekeeper, che si celebrava ieri.

Ad oggi, personale russo è presente in sette missioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite, principalmente in territorio africano: ad Abyei (un territorio conteso al confine tra il Nord e il Sud del Sudan), in Medio Oriente, nella Repubblica democratica del Congo (Rdc), nel Sahara Occidentale, a Cipro, in Repubblica centrafricana e in Sud Sudan.

Vidakas ha espresso la fiducia che in questo momento storico si sia creato un “ambiente decisamente favorevole” per gli specialisti russi in Africa: “Io stesso ho quattro missioni al mio attivo e posso dire che la revisione delle relazioni degli stati africani con i Paesi occidentali e l’espansione del loro partenariato con la Russia stanno ora svolgendo un ruolo molto positivo in termini di sicurezza delle nostre forze di pace, perché molto dipende dall’atteggiamento del Paese ospitante: se guardiamo ai Paesi francofoni, prima la reazione alla nostra presenza era stata un po’ negativa. Ora è più positiva. Possiamo addirittura dire che si tratta di una svolta: questo atteggiamento favorevole della leadership del Paese influenza anche la popolazione: le persone addirittura manifestare a sostegno della Russia, questo non è mai successo prima”.

Inoltre, ha detto Vidakas, l’aumento della frequenza dei contatti ad alto livello un fattore importante che determina l’atteggiamento positivo nei confronti della Russia in Africa: il militare ha ricordato i due vertici Russia-Africa degli ultimi anni e ha ricordato che il presidente russo Vladimir Putin ha più volte sottolineato la necessità di espandere i legami con l’Africa a vari livelli. In questo contesto, Vidakas ha indicato possibili aree in cui intensificare gli sforzi russi per il mantenimento della pace nel continente africano: “Dobbiamo pensare all’implementazione di nuovi ospedali militari in questi paesi, dovremmo lavorare più attivamente con l’Unione africana, organizzare progetti ed eventi commerciali e promuovere più attivamente i nostri contatti e infine possiamo tenere corsi accelerati sul mantenimento della pace delle Nazioni Unite presso università specializzate”.

Secondo Vidakas, “queste tre componenti del soft power potrebbero essere un buon complemento alla nostra componente militare”. 

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