di Maria Scaffidi
Sarà l’anno dell’istruzione perché in Africa si intensifichino gli sforzi per un’educazione migliore e perché si accelerino i programmi collegati. Questo l’appello emerso nel giorni scorsi in occasione del 37mo Vertice ordinario dell’Assemblea dell’Unione Africana (Ua).
“Costruire sistemi educativi resilienti per aumentare l’accesso all’apprendimento inclusivo, permanente, di qualità e rilevante in Africa” è stato il tema attorno al quale si è mossa l’Assemblea.
Nel corso della sessione di apertura, Azali Assoumani, presidente delle Comore e presidente uscente dell’Ua (è stato poi sostituito dal presidente della Mauritania) ha sottolineato la cruciale necessità di intensificare gli sforzi per promuovere la stabilità e lo sviluppo continentali.
“Con particolare interesse nella promozione e conservazione della pace e sicurezza sul nostro continente, questa condivisione della preoccupazione per la sicurezza ha guidato tutte le nostre attività durante il nostro mandato. La pacificità del nostro continente rimane la base stessa per realizzare la nostra visione entro il 2063 per un’Africa unita e prospera”, ha detto Assoumani.
Il presidente della Commissione dell’Ua, Moussa Faki Mahamat, ha sottolineato a sua volta la necessità che gli stati membri dell’Ua affrontino collettivamente le sfide incessanti che mettono in pericolo le aspirazioni di sviluppo dell’Africa: “Le nostre principali sfide non hanno perso importanza. Pace, instabilità politica e istituzionale, cambiamento climatico, carenze nella governance economica, povertà, marginalizzazione delle donne e dei giovani nei processi di sviluppo e di leadership nel nostro sistema politico e sociale, rimangono le nostre principali fonti di preoccupazione” ha detto Faki.
In un’intervista esclusiva concessa all’agenzia di stampa etiopica Ena, il capo della Missione di Transizione dell’Unione Africana in Somalia (Atmis), Mohamed El-Amine Souf, ha sottolineato l’importanza di rafforzare l’idea che le soluzioni ai problemi africani debbano essere africane. Souf ha evidenziato come l’Africa, grazie alle sue abbondanti risorse naturali, abbia il potenziale per produrre molto, ma come allo stesso tempo ciò richieda una forte volontà politica.
Il continente, tuttavia, si trova ad affrontare numerose sfide in termini di pace e sicurezza. “Assistiamo a difficoltà in molte delle nostre regioni, con la presenza di terroristi in Africa Centrale, Africa Occidentale e nel Corno d’Africa”, ha dichiarato Souf, sottolineando che senza pace, sicurezza e stabilità, lo sviluppo in Africa non può avere luogo.
C’è un’Africa che comincia a conquistare spazi in consessi internazionali importanti come il G20 o il Brics, ma c’è anche un’Africa che fatica a tirarsi fuori dalla secche di crisi nuove e vecchie. Nei due giorni del 37mo Vertice dell’Unione Africana che si è tenuto a ad Addis Abeba lo sfondo vero è stato, secondo molti osservatori, il dover tener conto di diverse situazioni che risentono del terremoto geopolitico globale e che allo stesso tempo dimostrano la fragilità di alcuni contesti africani.
Alcuni contrasti sono emersi con forza. Evidente quello tra Somalia ed Etiopia, con il presidente somalo che ha apertamente accusato Addis Abeba di voler pregiudicare la sovranità della Somalia con un accordo firmato lo scorso 1 gennaio con il Somaliland. Ma ci sono anche i contrasti tra Repubblica democratica del Congo e Ruanda in merito alle regioni del Nord e Sud Kivu, e ci sono le storiche divergenze tra Algeria e Marocco. E ci sono infine i vari golpe che hanno interessato soprattutto il Sahel e l’Africa occidentale mettendo sotto pressione architetture istituzionali ed equilibri regionali.
A fronte di queste difficoltà si sono moltiplicati i richiami all’unità e al rafforzamento dei vari percorsi panafricani costruiti per dare una voce comune al continente e per integrare e rafforzare le economie.