di Céline Camoin
Il numero di bambini costretti ad abbandonare le proprie case negli ultimi cinque anni in Mali, Burkina Faso e Niger è quintuplicato a causa dell’escalation di violenza. È l’allarme lanciato dall’Ong Save the Children, alla luce di un’analisi condotta sui dati dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), dei governi nazionali e dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim).
L’analisi ha rivelato che il numero di bambini costretti a fuggire dalle proprie case nei tre Paesi del Sahel centrale è passato da circa 321.000 nel 2019 a circa 1,8 milioni oggi. Dall’inizio del 2023, sono stati circa 53.000 bambini.
La maggior parte dei bambini sfollati – circa nove su dieci – è rimasta all’interno dei confini nazionali, mettendo a dura prova le già scarse risorse delle città e delle comunità.
Anche la Costa d’Avorio, uscita da un conflitto civile nel 2011, è stata interessata dalle ricadute del conflitto nel Sahel centrale. Il numero dei minori in cerca di rifugio nel Paese, infatti, è aumentato di dodici volte (da circa 2.450 alla fine del 2022 a circa 29.700 attualmente), sulla scia delle violenze nei vicini Burkina Faso e Mali.
“La crisi del Sahel centrale, in gran parte dimenticata, rimane una delle peggiori emergenze umanitarie al mondo, resa ancora più devastante dal fatto che si tratta di una crisi che colpisce Paesi con popolazioni tra le più giovani a livello global”, ha dichiarato Vishna Shah, direttrice regionale di Advocacy di Save the Children. “Milioni di bambini, che già vivevano in uno dei luoghi più difficili al mondo, sono in fuga da una violenza inimmaginabile, dopo aver perso le loro case, le loro comunità e tutto ciò che conoscevano”.
Secondo le Nazioni Unite, i bambini rappresentano il 40% della popolazione sfollata di tutto il mondo[3], una percentuale che arriva al 58% nei Paesi inclusi nell’analisi di Save the Children
“I Paesi del Sahel centrale, Burkina Faso, Mali e Niger, sono devastati da anni di conflitti, colpi di Stato, estrema povertà e crescente insicurezza alimentare. Si tratta inoltre di una delle regioni maggiormente interessate dalla crisi climatica. Le vite dei bambini sono minacciate da attacchi violenti e dal rischio di reclutamento da parte di gruppi armati, poiché, a distanza di oltre dieci anni dall’inizio della crisi in Mali nel 2012, la situazione continua a peggiorare. Negli ultimi anni, soprattutto in questo paese, sono aumentate le gravi violazioni contro i bambini nei conflitti, tra cui uccisioni e mutilazioni, rapimenti e reclutamento in gruppi armati o come soldati. A novembre, in Burkina Faso, almeno 70 civili – per lo più bambini e anziani – sono stati massacrati”, si legge nel comunicato dell’Ong.
Save the Children chiede ai governi di aumentare i fondi per gli aiuti, ma anche di proteggere i civili durante i conflitti, con particolare attenzione ai bambini. “Le regole e gli standard internazionali devono essere rispettati per ridurre l’impatto della violenza sui bambini e sulle loro famiglie”, afferma.