Clima teso in Benin, dove oggi si tengono le elezioni legislative, dalle quali sono stati esclusi i candidati dell’opposizione. Il 5 marzo la Commissione elettorale ha infatti escluso le liste dell’opposizione permettendo solo ai candidati dei due partiti di maggioranza che sostengono il presidente Patrice Talon, l’Unione progressista e il Blocco repubblicano, di presentarsi al voto. In pratica , comunque vada, Talon potrà contare sul sostegno di 83 deputati all’Assemblea Nazionale.
In reazione alla decisione della Commissione elettorale, l’opposizione, con il patrocinio degli ex presidenti Nicéphore Soglo e Boni Yayi, ha invitato la popolazione alla protesta.
Le manifestazioni sono però state represse con metodi brutali, secondo quanto ha denunciato Amnesty International. «L’ondata di arresti arbitrari di militanti politici e di giornalisti e la repressione di manifestazioni pacifiche ha raggiunto un livello allarmante – afferma Amnesty International –. Proibire le proteste pacifiche e arrestare le persone che denunciano l’esclusione dei partiti di opposizione farà solo accrescere i disordini politici», avverte l’ong per la difesa dei diritti umani.
Ieri i vescovi della Conferenza episcopale del Benin (Ceb) hanno lanciato un appello affinché il voto delle elezioni legislative di domenica si svolga nelle migliori condizioni e senza episodi di violenza. In una comunicazione pubblicata su Facebook, la Ceb «raccomanda a tutte le parti di astenersi da ogni provocazione e da ogni forma di violenza fisica o verbale» e, «in questo periodo delicato della storia del nostro Paese, di agire sempre e comunque secondo coscienza».
Come ricorda l’agenzia Fides, i vescovi si erano ufficialmente pronunciati sulla situazione socio-politica in una dichiarazione resa pubblica il 15 aprile presso la sede della Conferenza episcopale del Benin a Cotonou. «Dopo tre decenni di esperienza democratica, il Benin si trova di fronte a una situazione inedita: elezioni legislative alle quali partecipano solo due partiti della stessa area politica», hanno scritto i escovi del Benin nel loro messaggio dal titolo La pace: un fiore fragile.
I preparativi per le legislative sono stati segnati da forti contestazioni dell’opposizione, dopo che le candidature di tutti i suoi membri sono state invalidate dalla Commissione elettorale nazionale. Questi sono di fatto stati esclusi dal voto, che si svolgerà in uno scenario anomalo, in cui saranno presenti solo politici di maggioranza. Nel tentativo di risolvere la crisi, il presidente Patrice Talon ha avviato una serie di incontri fra i partiti.
Talon, come riporta Agenzia Nova, ha incontrato diverse parti politiche e della società civile, nel tentativo di sviluppare soluzioni consensuali alla crisi scaturita dalle contestazioni dell’opposizione al sistema elettorale e sfociata nell’esclusione di tutti i suoi candidati dalle prossime legislative. In questo contesto, una delegazione delle Nazioni Unite si è recata a Cotonou per cercare una mediazione nella crisi politica. La delegazione, guidata dal rappresentante speciale del segretario generale delle Nazioni Unite per l’Africa occidentale e il Sahel, Mohamed Ibn Chambas, è stata ricevuta dagli ex presidenti Nicéphore Dieudonné Soglo e Thomas Boni Yayi.