Yetnebersh Nigussie, avvocato, etiope, è tra i vincitori del 2017 Right Livelihood, noto anche come premio Nobel della Svezia. Le è stato dato il riconoscimento per il suo lavoro a favore della promozione dei diritti umani e dell’inclusione delle persone con disabilità nella società.
Ai lettori italiani il nome Yetnebersh Nigussie dirà poco. La sua però è la storia di una donna straordinaria che, grazie a una volontà di ferro e a capacità non indifferenti, è riuscita a uscire da una condizione di marginalità e a lottare per il riscatto delle persone disabili.
Yetnebersh Nigussie è diventata cieca all’età di cinque anni. Come molti suoi coetanei ciechi aveva di fronte a sé una strada fatta di esclusione e commiserazione. Ma non si è arresa. Ha chiesto ai suoi genitori di essere iscritta a una scuola per ciechi ad Addis Abeba. E lì ha iniziato a studiare con «una fame di apprendere» non comune. Il diploma però le bastava. Ha deciso così di iscriversi all’università. Il percorso non è stato semplice. In Etiopia i libri in braille sono pochi e lei è stata così costretta a registrare su cassette audio i testi che le venivano letti da un’amica.
Nonostante le difficoltà è riuscita a conseguire la laurea in legge. Ancora oggi, Nigussie ritiene che sia proprio l’istruzione ad aver segnato un punto di svolta nella sua vita. «Sono stata fortunata a poter andare a scuola – osserva -. L’istruzione ha trasformato la mia cecità in un’opportunità».
Dopo la laurea avrebbe potuto avviarsi verso una tranquilla carriera di avvocato ad Addis Abeba. Nigussie però ha voluto spendere il suo titolo di studio per migliorare la condizione dei disabili come lei. Partecipa così alla creazione del Centro per gli studenti con disabilità presso l’Università di Addis Ababa e il Centro etico per la disabilità e lo sviluppo.
La sua battaglia è così continuata con una difesa costante dei diritti dei disabili e dei diritti umani in un’Etiopia squassata dalle tensioni etniche. «Ho una disabilità ma ho 99 abilità – ha detto – e con queste lotto ogni giorno per un mondo in cui nessuno sia discriminato a causa della sua disabilità o di qualunque altro stato».