Il governo dello Zambia ha annunciato un giro di vite dell’uso improprio dei social media, invocando la Sezione 54 del Cyber Security and Cyber Crimes Act No. 2 del 2021. L’annuncio è stato fatto dal ministro della Tecnologia e della Scienza, Felix Mutati, insieme al ministro degli Affari Interni e della Sicurezza Interna, Jack Mwiimbu, che hanno sottolineato l’impegno del governo nel frenare l’incitamento all’odio online, la propaganda, la diffamazione e l’abuso dei minori.
Il Cyber Security and Cyber Crimes Act n. 2 del 2021, in particolare la Sezione 54, prevede una pena severa fino a cinque anni di reclusione per gli individui ritenuti colpevoli di tali reati. Il ministro Mutati ha sottolineato la gravità della situazione, affermando: “Il governo non tollererà alcuna forma di cattiva condotta online che minacci la pace e la sicurezza della nostra nazione. La legge è chiara e coloro che la violano affronteranno la piena ira della legge”.
Questa sezione della legge, che è centrale per gli attuali sforzi del governo, affronta i crimini correlati alle comunicazioni online, tra cui la diffusione di discorsi d’odio, la diffusione di propaganda e altre forme di cattiva condotta informatica. La legge autorizza il governo a intraprendere azioni decisive contro coloro che abusano delle piattaforme online, con il ministro Mwiimbu che avverte: “Non c’è posto in cui nascondersi per i malfattori online; ti troveremo e ti porteremo davanti alla giustizia”.
La stretta del governo si estende oltre gli individui, includendo gli amministratori dei gruppi WhatsApp e di altre piattaforme di social media. A questi amministratori vengono ricordate le loro responsabilità legali e le potenziali conseguenze del consentire la condivisione di contenuti illegali o dannosi all’interno dei loro gruppi. “Gli amministratori dei gruppi WhatsApp devono limitare i post illegali e in malafede, poiché saranno ritenuti responsabili della pubblicazione di tali informazioni”, ha ammonito il ministro Mutati. Questa mossa mira a limitare la diffusione di disinformazione e contenuti illegali alla fonte.
La posizione del governo è chiara: chi gestisce gruppi online deve moderare attivamente i contenuti per garantire il rispetto della legge. In caso contrario, potrebbero essere intraprese azioni legali contro di loro, con il rischio di incarcerarli ai sensi del Cyber Security and Cyber Crimes Act.